Sinossi
"Il lungo anno in cui morì nostra figlia fu il più bello della mia vita." Una frase così, la può dire solo un padre: un padre sfacciatamente innamorato, arrogante, disperato, esibizionista, inerme, sarcastico, corazzato di tutta l'eloquenza della lingua francese. Philippe Forest ci racconta la vita e la morte di Pauline dal primo all'ultimo giorno. Pauline è una bambina di tre anni che ha un lieve dolore al braccio sinistro. Il pediatra, un po' preoccupato, le prescrive una serie di analisi. Si tratta di un cancro rarissimo che si diffonde rapidamente e le fa gonfiare l'arto. I genitori, Alice e Philippe, seguono costernati l'ingranaggio clinico. Dopata di morfina, la bimba subirà un'operazione... è un successo di breve durata, la "pallina" torna e con essa il dolore. Dopo il calvario di più ospedalizzazioni risulta che il male ha raggiunto un polmone. Una seconda operazione riesce, ancora una volta, a sopprimere il tumore e tuttavia "il cancro era come una fiamma che correva su un grande foglio di carta". Si estende all'altro polmone, impedisce alla bimba di respirare. Stavolta è veramente la fine, è soltanto una questione di ore, di minuti. I genitori assistono alla morte della loro unica figlia. Questa la trama, fredda, spietata. Philippe Forest non lo è. Con una scrittura vibrante e poetica racconta le giornate di vacanza con Pauline, i suoi giocattoli preferiti, le fiabe condivise, la pazienza e il coraggio di quella creatura, la sua maturità di fronte al dolore e all'impensabile. Intreccia e fonde questa storia con la storia della letteratura, lascia che venga sbranata dalla letteratura proprio perché ha imparato che i corpi amati scompaiono, mentre le parole che verranno fabbricate dopo la morte non salvano e non abbelliscono nulla.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 352
- Data di uscita: 26-07-2018
Recensioni
Questo padre scrive la morte della figlia, a soli quattro anni per un cancro feroce; scrive la lotta di genitori innamorati e amorevoli contro la fatalità del male, contro l'inconcepibile e contro lo stillicidio dei giorni che si esauriscono; scrive della fatica di non mentire a una bambina dagli oc Leggi tutto
La storia è triste da star male, tanto triste, troppo triste. Ma al di là di questo è infarcita di mille divagazioni cultural-letterarie di cui sinceramente non ho capito molto il senso, quanto meno in una storia come quella.
Solitamente sono molto ordinato nelle mie recensioni, cerco di tenere il più possibile uno schema uguale: una piccola descrizione introduttiva, la trama, qualche aneddoto, le mie considerazioni su quanto ho letto e in ultimo a chi penso possa piacere questo libro. Ora questo libro mi ha talmente des Leggi tutto
Un bel essai sur la mort et plus particulièrement sur le décès d'un enfant...une superbe réflexion sur la maladie, l'hôpital, le deuil...et tant d'autres sujets.
“L’ignoranza ci proteggeva. Ci teneva al riparo dal dolore.”; è difficile scrivere qualcosa su questo libro. Una storia vera, un dolore acuto, che si intensifica ad ogni pagina, perché da subito sappiamo come finirà la storia. “La neve. La ghiaia. L’Eco. Il lago.” Il racconto inizia così, con una fa Leggi tutto
"Continuo a pensare che nonostante tutto la vera letteratura non fornisca alcun rimedio al disastro di vivere. Che sia l’espressione di una insensata fedeltà all’impossibile e che non transiga mai sul non senso che è suo compito dire, verso il quale deve incessantemente tornare. Tutta la mia etica s Leggi tutto
Drammatico ma splendido
“Ma io cosa ne so di più della morte, più del più piccolo dei bambini? Sono io in grado di pensare alla mia fine meglio di una bimba di quattro anni? Posso leggere tutti i libri, vivere tutte le vite: resterò sul bordo di questo abisso che le religioni, con il loro apparato artificioso di dogmi, non Leggi tutto
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