All’indomani dell’incontro tra la filiera del libro e Alberto Bonisoli, parla con ilLibraio.it il presidente del Centro per il libro Romano Montroni (assente al tavolo di Milano): “Il ministro ha espresso dubbi sulle visibilità delle iniziative del Cepell? Sono d’accordo, ma per avere visibilità servono fondi. La differenza con quanto si investe in promozione della lettura in paesi come Francia, Germania e Inghilterra resta enorme”. E se per Bonisoli le librerie non chiudono a causa dell’ascesa dell’ecommerce, per Montroni, “per far fronte alla concorrenza di Amazon, sia le grandi sia le piccole devono investire sulla qualità dell’offerta, sul servizio ai clienti e sulla formazione dei librai”. A questo proposito, a Venezia prende il via il 36esimo Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri

Ieri, come abbiamo raccontato, a Milano il ministro dei Beni e le attività Culturali Alberto Bonisoli ha incontrato la filiera del libro. Diversi i temi affrontati, in attesa di un secondo incontro, in programma l’11 febbraio.

E se per il momento nessuna decisione è stata presa (il “tavolo di confronto” è servito a “raccogliere indicazioni sulle criticità nel mondo dei libri, oltre a suggerimenti sui possibili cambiamenti, a livello di interventi normativi ma non solo, con l’intento di rafforzare un settore strategico”) sono però emerse alcune indicazioni.

Tra l’altro, al tavolo erano seduti non solo i responsabili delle principali associazioni di categoria, ma anche ben tre rappresentanti di Amazon (Federico Bernardini, Giorgio Busnelli e Bianca Maria Martinelli). Bonisoli, per fare un esempio non a caso, ha dichiarato di non vedere il gigante dell’ecommerce come uno spauracchio (“il consumatore che deve poter scegliere, a parità di condizioni. Lo Stato, semmai, si chiede se oggi ci sia reale libertà di scelta. Non sono sicuro che le librerie chiudano perché c’è l’online, il nuovo operatore può far crescere il mercato: mi rifiuto di pensare che sia un mercato a somma zero”). Eppure è innegabile che se, come ha ammesso lo stesso ministro, oggi in Italia “sono più le librerie fisiche che chiudono di quelle che aprono”, l’ascesa dell’ecommerce (e del colosso di Seattle in particolare) gioca un ruolo importante, penalizzando non solo i negozi di libri, ma anche gli altri.

A proposito del futuro delle librerie, da oggi al 25 gennaio a Venezia si tiene il 36esimo Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri (qui il programma, ndr). Tra i protagonisti anche il decano dei librai italiani, Romano Montroni, che è anche il presidente del Centro per il Libro e la Lettura. Ieri, tra l’altro, al tavolo milanese si è parlato del Cepell. Montroni, però, non era presente. Al fianco di Bonisoli c’era invece Alessandro Dalai, da pochi mesi consigliere per le industrie culturali e creative di Bonisoli, oltre che neo-presidente del consiglio scientifico del Centro per il Libro.

Il ministro ha espresso dubbi sulle visibilità delle iniziative del Centro per il Libro. Come risponde Montroni a questa critica? Intervistato da ilLibraio.it, argomenta: “Concordo con Bonisoli, ma per avere visibilità servono fondi. La differenza con quanto si investe in promozione della lettura in paesi come Francia, Germania e Inghilterra resta enorme”. Fino al 2017, spiega ancora Montroni, “il Cepell aveva una disponibilità di fondi irrisoria. L’ex ministro Franceschini li ha aumentati, ma le risorse sono comunque poche. Se ci sono i mezzi è possibile avviare grandi progetti, ed è possibile comunicarli. Con le risorse a disposizione, abbiamo già fatto tanto. Ma resto ottimista per il futuro, ho stima di Bonisoli”. Per Montroni la promozione della lettura “deve partire dai bambini. Ecco perché stiamo lavorando sulla formazione degli insegnanti. All’estero, inoltre, le biblioteche scolastiche hanno molto più risalto nelle attività scolastiche”.

A Montroni, a lungo a capo delle librerie Feltrinelli, chiediamo poi della posizione del ministro sul rapporto tra crescita dell’ecommerce e crisi delle librerie: “Vanno fatte due premesse. Le vendite online non penalizzano solo le librerie fisiche, vale anche negli altri settori. Inoltre, va considerato che il mercato librario italiano è piccolo. Per far fronte alla concorrenza di Amazon, sia le grandi librerie sia le piccole devono investire sulla qualità dell’offerta, sul servizio ai clienti e sulla formazione dei librai. In particolare, in molte librerie di catena non si respira quasi più l’atmosfera di una libreria, sembrano quasi dei supermercati”. Prosegue il presidente del Cepell: “Conosco decine di piccoli librai che riescono a galleggiare nonostante il calo generale dei consumi, mettendoci passione e cura. Ma per gestire una libreria, anche piccola, serve competenza. Una libreria resta un’impresa”.

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