Le feste natalizie sono il periodo giusto per guardare un film horror? In realtà il binomio horror – Natale non è affatto nuovo, anzi, sembra essere molto radicato non solo nel cinema, ma anche nella letteratura. Questo forse è dato dal fatto che la maggior parte dei racconti di Natale fa riferimento ad alcuni elementi dell’antica tradizione pagana, ma anche dall’incubo di dover trascorrere giornate intere in compagnia dei propri cari…

L’approfondimento, che passa per i classici horror natalizi degli anni ’70 e che arriva alle nuove produzioni, tra cui “Suspiria”, il remake firmato da Luca Guadagnino, nelle sale dal 1 gennaio

Un classico delle festività natalizie: ritrovarsi dopo le grandi abbuffate con i parenti a guardare un film, al cinema o a casa. Nel primo caso la scelta ricade ovviamente sulle nuove uscite, nel secondo, invece, quasi involontariamente su L’amore non va in vacanza o Love Actually, che con la sua scena della dichiarazione con i cartelli è una delle immagini più comuni che si possono associare al Natale.

Ma sembra che quest’anno qualcosa sia cambiato perché, tra i titoli da vedere durante le vacanze, ci sarà anche Suspiria, il remake del film culto di Dario Argento, che uscirà nelle sale dal 1 gennaio. Il punto è questo: Suspiria è un horror. E se è vero che non è di certo il primo a uscire sotto il periodo natalizio, è anche vero che a dirigerlo c’è Luca Guadagnino – considerato tra i registi più importanti del panorama italiano dopo Chiamami col tuo nome -, di conseguenza è altamente probabile che lo andrà a vedere anche chi non è amante del genere.

Del resto, c’è da dire che questo è un periodo particolarmente felice per l’horror.

In questi ultimi anni, infatti, sono usciti film che hanno attirato l’attenzione non solo dei fan, ma anche dei critici e del pubblico in generale: Get OutHereditary e A Quiet Place si sono fatti notare guadagnando quella rara miscela di successo di critica e successo commerciale. Forse perché hanno uno spirito più sensibile rispetto all’horror splatter o violento, e si concentrano su paure intime e primitive piuttosto che su mostri o creature sovrannaturali.

Ma davvero Natale è il periodo giusto per guardare un horror? In realtà il binomio horror – Natale non è affatto nuovo, anzi, sembra essere molto radicato non solo nel cinema, ma anche nella letteratura. Basti pensare a uno dei classici testi natalizi: A Christmas Carol di Dickens, un racconto gotico e macabro, pieno di figure terrificanti che non sono altro che la proiezione delle paure e dei traumi del protagonista.

Questo forse è dato dal fatto che la maggior parte dei racconti di Natale fa riferimento ad alcuni elementi dell’antica tradizione pagana in cui si festeggiava il solstizio d’inverno, poi sostituito dalla celebrazione cristiana. Ma al di là del retaggio storico, ci sono anche altri motivi che giustificherebbero l’oscurità del periodo natalizio, primo tra tutti l’incubo di dover trascorrere giornate intere in compagnia dei propri cari.

È proprio per questo che, contrariamente a quanto si possa pensare, il genere horror si lega perfettamente al Natale: è una tradizione cinematografica che risale almeno agli anni ’70 con I racconti della tomba di Freddie Francis (1972), film antologico che vede il protagonista interpretato da Joan Collins combattere contro un Babbo Natale omicida, e con Black Christmas – Un Natale rosso sangue di Bob Clark (1974, e poi riproposto in una nuova versione nel 2006), in cui un maniaco inizia a molestare e minacciare di morte una comunità di ragazze nel periodo delle vacanze. Ma se volessimo potremmo tornare ancora più indietro, fino al 1945, con Incubi notturni, la prima antologia dell’orrore in cinque capitoli che presentava una storia spaventosa ambientata proprio durante una festa di Natale.

La lista dei cosiddetti horror di Natale è vasta e tra i titoli imprendibili ci sono, tra gli altri, Christmas Evil (1980), che racconta la storia di un uomo che ogni anno si maschera da Babbo Natale e fa a pezzi tutti coloro che dicono di odiare la magia delle feste, e naturalmente Gremlins (1984), il film di Joe Dante diventato un cult per tutti i cinefili: il giovane Billy riceve come regalo di Natale un mogwai di nome Gizmo, un misterioso animaletto che il padre ha comprato in un negozio di Chinatown. Le regole da rispettare per prendersi cura dell’esserino sono semplici: mai esporlo alla luce del sole, mai farlo bagnare, mai nutrirlo dopo mezzanotte. Billy però non ne rispetta nemmeno una e così inizia un vero e proprio incubo.

Anche gli ultimi anni sono stati ricchi di oscure produzioni natalizie, primo tra tutti l’horror finlandese Trasporto eccezionale – Un racconto di Natale (2010), film che sembra una favola dei fratelli Grimm e che fa riferimento a uno dei miti precristiani del Nord Europa legati alla figura di Babbo Natale, e Better Watch Out (2017), film australiano che contrappone l’allegria delle festività natalizie a un’atmosfera inquietante, fatta di telefonate minacciose e torture di tutti i tipi. Quest’anno invece è uscito nel Regno Unito il musical horror Anna and the Apocalypse, in cui un gruppo di studenti massacra zombie con enormi bastoncini di zucchero, mentre canta dolci canzoni melodiose.

Insomma, durante il periodo festivo non è così strana l’idea di guardare film che offrano un’alternativa alle commedie, ai “cinepanettoni” e ai classici sdolcinati e pieni di buoni sentimenti. Anche perché, proprio come un tradizionale film di Natale, l’horror è un invito a sopravvivere contro le difficoltà e le crudeltà del mondo e, molto spesso, alla fine della storia viene ripristinato un ordine che dà allo spettatore un senso di pace e di benessere. In piena sintonia con lo spirito del Natale.

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