Mentre continua a far discutere la chiusura di cinema, teatri e sale da concerti, Dario Franceschini torna a motivare la “difficile” decisione e a confermare aiuti rapidi a lavoratori e imprenditori della cultura e dello spettacolo. Intanto, in alcuni supermercati nell’ultimo finesettimana è stata interdetta la vendita di libri, e cresce la preoccupazione anche nel mondo dell’editoria. Ma il ministro rassicura: “Si sta lavorando a una legge per il libro sul modello di quella per il cinema, per sostenere l’intera filiera… e ho appena firmato un decreto per i traduttori” – I dettagli

L’ultimo dpcm, con la chiusura di cinema, teatri e sale da concerti, sta generando non poche polemiche. Al centro delle critiche, in rete e non solo, anche il ministro dei Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini. Che ha risposto agli attacchi e agli appelli da parte del mondo della cultura e dello spettacolo parlando di “scelte dolorose” e spiegando che, chi ha responsabilità di governo, in questa fase critica “deve farsi carico di interessi generali”. E aggiungendo che “in questo momento è necessario frenare i contagi, i ricoveri, il numero dei morti”.

Il ministro è tornato a parlare della situazione lunedì sera (26 novembre, ndr) nel corso di un incontro digitale organizzato dal sito ilLibraio.it. Ospiti del format “LibLive”, su Facebook (qui il video completo), oltre al ministro, Gianluca Lioni, suo portavoce, in libreria con il romanzo La processione dei fantasmi (Tre60), un giallo storico ambientato nell’arcipelago della Maddalena ai tempi di Garibaldi. Oltre a Franceschini, tra i protagonisti della diretta Facebook dedicata all’esordio letterario di Lioni anche Chiara Ferrari, editor della casa editrice Tre60, e Stefano Boeri, presidente della Triennale di Milano.

Dopo che nella prima parte dell’incontro si è parlato del romanzo di Lioni, nella seconda si è inevitabilmente anche dato spazio all’attualità. A proposito delle proteste, è stato chiesto a Franceschini se il governo sarà in grado di aiutare rapidamente e in modo concreto i lavoratori dei settori colpiti, e in particolare quelli dello spettacolo e della cultura. Il ministro ha rassicurato rispondendo di sì, e ricordando che negli ultimi mesi “è stato già fatto molto per sostenere il comparto dello spettacolo dal vivo, che non aveva alcun tipo di ammortizzatore sociale”.

Il sostegno ai lavoratori della cultura e dello spettacolo

Franceschini ha poi proseguito argomentando: “Abbiamo previsto un’indennità per i lavoratori intermittenti con contratti occasionali di questi settori, estendendola a chi aveva lavorato per almeno sette giorni nel corso del 2019, allargando quindi la platea. Il governo ha preso l’impegno di intervenire velocemente a favore dei dipendenti e delle imprese che sono state chiuse o penalizzate dall’ultimo decreto, compresi cinema e teatri“. E ha concluso: “Speriamo che la chiusura sia breve, ma dipenderà dall’andamento dei contagi“.

Franceschini ha parlato poi dell’impatto della pandemia sul mondo del libro. La premessa da fare è che, dopo il lockdown, le librerie sono state tra le prime realtà a riaprire in sicurezza, e che le lettrici e i lettori si sono dimostrati da un lato molto rispettosi delle regole, e dall’altro anche molto vogliosi di libri (non a caso, in questi mesi in tutto il mondo le vendite sono cresciute).

I libri in vendita nei supermercati

Ora, però, con l’aumento dei contagi tra gli addetti ai lavori del settore cresce la preoccupazione per i prossimi mesi (il periodo che precede il Natale, del resto, è quello più importante per il fatturato delle librerie grandi e piccole), ed editori e librai, attraverso le associazioni di categoria, chiedono al governo di continuare a considerare il libro un “bene necessario”. A questo proposito, però, in alcuni supermercati, aperti ai clienti, e che hanno all’interno uno spazio per la vendita dei libri (il riferimento non è infatti a quelli nei centri commerciali) nell’ultimo weekend non è stata data la possibilità ai clienti di comprare libri nell’apposito reparto. Su questo punto l’Associazione Italiana Editori proprio ieri si è appellata alle Regioni, affinché la vendita dei libri non venga interdetta in questi luoghi.

“È miope costringere i negozi a transennare gli scaffali di libri”

Ha commentato la notizia anche Stefano Mauri, presidente e Ad di GeMS (ed editore de ilLibraio.it): “”Non vogliono nemmeno pensare si arrivi a una chiusura delle librerie… I libri si sono dimostrati una risorsa per chi è costretto a ridurre le occasioni sociali. In tutto il mondo, dove e quando le librerie sono rimaste aperte, le persone hanno fatto ricorso al libro per accompagnare le loro giornate. Tutti i mercati occidentali sono in crescita. È miope costringere i negozi a transennare gli scaffali di libri, consentendo invece di acquistare la panna spray o le bibite zuccherate. Non voglio pensare che questo governo – che si è dimostrato sino ad ora così sensibile – lo abbia fatto scientemente, deve prendere decisioni gravi in poco tempo e semplificare”. Aggiunge l’editore: “Ora, però, può rimediare semplicemente affrancando i libri da questa gogna, con una circolare che ne riconosca la necessità e spieghi che la vendita di libri in negozi di per sé accessibili non è inibita”.

Nel corso dell’incontro del format “LibLive” di ieri sera è stato chiesto a Franceschini se si impegnerà affinché restino aperti gli scaffali dedicati ai libri nei supermercati. Il ministro ha risposto ricordando che “le librerie sono state tra le prime a essere riaperte dopo il lockdown, proprio perché il governo riconosce il loro valore culturale e sociale“. Quanto ai supermercati, “non ci sono leggi che vietano di vendere i libri al loro interno, ma i gestori non possono neppure essere obbligati”.

L’impegno di Franceschini per la filiera del libro

Dario Franceschini ha poi aggiunto che “sì, sono tantissimi gli aspetti negativi del lockdown, ma c’è anche da dire che, come forse era prevedibile, molte persone si sono riavvicinate alla lettura e, con la riapertura, sono tornate nelle librerie in cerca di nuovi libri”. Concludendo: “Noi continueremo a supportare la lettura e la sua promozione; in questi mesi sono stati fatti interventi per sostenere le librerie, le piccole case editrici, e si sta lavorando a una legge per il libro sul modello di quella per il cinema, per sostenere l’intera filiera“. Non solo: “Ho appena firmato un decreto per il sostegno ai traduttori“.

Gli appelli di editori e librai

Nel frattempo, da un lato l’Aie ricorda l’impatto negativo della chiusura delle librerie nei finesettimana all’interno dei centri commerciali, e l’Associazione Librai Italiani, dopo un Consiglio Nazionale straordinario indetto per analizzare le prospettive per il settore, scrive in una nota: “Nei mesi scorsi il Parlamento e il Governo, riconoscendo il libro bene essenziale, hanno permesso alle librerie di riaprire, prima del resto della distribuzione commerciale, e le libraie e i librai hanno, con il loro lavoro, aiutato il Paese a costruire una convivenza possibile con il virus. Il Consiglio, infine, si appella al Ministro Franceschini perché, alla luce del lavoro fatto nei mesi scorsi, le librerie non vengano chiuse o penalizzate nella loro operatività quotidiana e affinchè si riaprano quanto prima tutti i luoghi della cultura perché l’Italia è cultura e con la cultura il Paese può ripartire”.

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