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Amore e violenza non devono mai convivere

violenza sulle donne

Solo una vita (Bonfirraro) è un romanzo di Mariuccia La Manna, ispirato a una storia vera: racconta la vicenda di Marta, che a soli sedici anni si innamora perdutamente di Paolo. Da questo incipit non nasce però una felice storia d’amore, Marta imparerà sulla sua pelle cosa possa significare a volte essere donna. Una storia che parla della morbosità delle relazioni umane, degli abusi e della violenza che a volte le inquina, una storia di amore e violenza, comune a molte, troppe, donne.

Marta è una ragazza piena di vita, dal forte temperamento. A soli sedici anni decide di seguire lo slancio del cuore, quando quel pomeriggio in un campo di calcetto incrocia lo sguardo di Paolo. Lui, orfano dall’adolescenza, appartiene a un altro mondo: è un giovane maledetto, con alle spalle un passato indicibile. Vive portandosi l’incancellabile angoscia di essersi macchiato le mani del suo stesso sangue. Ma Marta conosce un unico sentimento: l’abbandono, quell’amore così travolgente che fa del suo uomo il perno di tutta la sua intera esistenza, nonostante tutto. Com’è potuto accadere? Trascorrono molti anni, ma Marta grida ancora a se stessa. Com’è potuto accadere? Lo ripete e lo ripete mille volte. Come può la persona più amata trasformarsi in un crudele aguzzino? Come possono convivere amore e violenza?

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Con Marta, con la sua storia che si tinge di giallo, si percorreranno strade ricche di errori, di egoismo e di false giustificazioni, di insensata violenza e ingiustificabile perdono. Strade destinate a rimanere a senso unico anche quando si pensa che il desiderio e il bisogno di amare possano costruire ponti sempre nuovi, dilatare lo spazio destinato alla felicità in noi stessi e in chi scegliamo di avere accanto. Quando amiamo vorremmo insegnare agli altri a vedere l’orizzonte che non vedono, vorremmo spiegare a chi non ha mai iniziato veramente a cercare dove guardare, ci raccontiamo che siano possibili anche le cose impossibili

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