La coppia della porta accanto (Mondadori) della scrittrice canadese Shari Lapena è un “domestic thriller”, un sottogenere di crescente successo, che tratta delitti ambientati in famiglia, fra amici, o nel vicinato, e si concentra sull’approfondimento psicologico, gli aspetti nascosti della personalità e i lati oscuri dei rapporti in famiglia, mettendo da parte gli effetti speciali e le trovate a effetto. Recente esempio di questo nuovo trend, insieme a La coppia della porta accanto, può essere considerato, tra gli altri Gone Girl di Gillian Flynn (da cui l’omonimo film di David Fincher con Ben Affleck e Rosamund Pike).
Se la tua vicina ti dice di non gradire la presenza della tua neonata alla sua cena – niente di personale, intendiamoci – ebbene passi, semplicemente non sopporta i bambini che piangono. Esistono i baby monitor apposta, e sarà sufficiente controllare la piccola ogni mezz’ora, in fondo è soltanto al di là della porta accanto, nella sua culla. Ma se la stessa vicina si presenta vestita da mozzare il fiato, scollatura esagerata, pelle di porcellana, e non fa altro che flirtare per l’intera serata con tuo marito, fin troppo compiacente, allora la faccenda si fa irritante. Tanto vale tornare a casa dalla bambina. Che non è più nella sua culla. Che è scomparsa. L’inizio è quello di un giallo classico che, in poche pagine, però prenderà una piega ben diversa.
Quante cose il lettore crede di sapere e non sa. Quante volte sussurrerà “ho capito” e si dovrà ricredere. Un innamoramento al momento sbagliato, una coperta scomparsa, una telecamera che non funziona, un’altra che funziona troppo bene, il depistaggio di una mente malata, quello di una mente fin troppo sana, un gioco erotico che sfugge al controllo e un detective capace di mille ipotesi stravaganti che, guarda caso, trovano altrettante sinistre conferme. Shari Lapena guida i lettori in una discesa all’inferno nei segreti di una coppia, e di un matrimonio che, da un vetro distorto, mostra il suo disegno pauroso.
