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Verlaine narratore “maledetto” (della propria malattia)

Miseria nera (Edizioni della Sera) di Paul Verlaine è una raccolta di testi in prosa, tradotti e curati da Michela Landi, finora inediti in Italia, provenienti dai taccuini in cui il celebre poeta racconta i ricoveri ospedalieri e il viaggio tra l’Aia, Leida e Amsterdam.

Nato a Parigi il 30 marzo 1844, Paul Marie Verlaine è noto soprattutto per le sue poesie, che lo hanno reso un esempio e un mentore per gli altri poeti della sua generazione, ma era anche un fine prosatore: afflitto dal diabete, dall’alcolismo, dall’ulcera e dalla sifilide, l’autore rappresenta spaccati intimi della propria vita, vestendoli della patina onirica che lo contraddistingue.

Le camere d’ospedale, le sale di conferenza, i boschi e i monumenti sembrano fluttuare in un d’infanzia, ricco di ironia e, spesso, di una compiaciuta oscenità che toglie alla figura del poeta la sua patina mitica.

In Miseria nera il lettore entra in contatto non più con il poeta maledetto, ma con l’uomo maledetto, malato ma lucido nel suo dialogare con la morte, la “Camarde“, nel suo descrivere minuziosamente il viaggio e le cure, testimonianze estremamente vivide dell’ultima fase della sua vita, quando era giunto, come lui stesso afferma, alla fine della decadenza.

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