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I saggi narrativi di Charles D’Ambrosio nella tradizione di Joan Didion e Tom Wolfe

perdersi charles d'ambrosio

Perdersi (Minimum fax) è una raccolta di saggi di Charles D’Ambrosio, figlia di quel giornalismo ibrido e anticonvenzionale, capace di sovrapporre saggistica e narrativa, reportage giornalistico e romanzo, chiamato new journalism, praticato negli sessanta e settanta da grandi scrittori e reporter americani come Tom Wolfe, Joan Didion, Truman Capote e Norman Mailer, e che ispirò anche i reportage di guerra di Oriana Fallaci e Ryszard Kapuściński.

Nella prefazione Charles d’Ambrosio racconta il suo incontro con questa forma di scrittura. “A Seattle c’è una vecchia fermata d’autobus che è forse per me il luogo più desolato del mondo, ed è stato lì, leggendo nella luce fioca, che ho scoperto per la prima volta la forma letteraria del saggio.

Ancora adesso, quando ci passo in macchina, guardo quella fermata, sperando di vedere uno dei miei fratelli o sorelle, anche se la fermata vera e propria è stata spostata in un punto migliore e la famiglia a cui potrei dare un passaggio non c’è più”.

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La raccolta si apre con due saggi ambientati a Seattle, luogo natale dell’autore, dissertazioni ironiche e decisamente folli sulla città prima che diventasse di moda, passando poi a un brillante scritto su Il giovane Holden in cui si esplora la perdita di identità. Ma che parli di una città, un personaggio o la sua stessa storia familiare, è l’isolamento il grande soggetto di D’Ambrosio, che in Perdersi, attraverso il linguaggio del saggio narrativo, sfida le convinzioni fino a rendere i suoi saggi una sorta di romanzo moderno.

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Charles D’Ambrosio in questi saggi si abbandona alla libertà di esplorare, al piacere di lasciar andare qualsiasi idea precostituita e di abbracciare l’incertezza, scrivendo con un tono intimo, con un senso dell’umorismo sotterraneo e intermittente, instaura una sorta di conversazione continua con se stesso e con i lettori.

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