Arriva in libreria (dal 17 settembre) per Chiarelettere 1000 frustate per la libertà di Raif Badawi (a cura di Costantin Schreiber, con un contributo di Ensaf Haidar, moglie di Badawi; un intervento di Riccardo Noury, il portavoce per l’Italia di Amnesty International, e una postfazione di Farian Sabahi, saggista e giornalista).
Raif Badawi, che nel 2008 ha dato vita a un forum online intitolato “I liberali sauditi”, sul rapporto tra politica e religione nel suo paese, ha scritto i suoi testi in un momento cruciale, mentre in Siria e in Iraq gli islamici radicali cercano con le bombe di riportare la regione a un’oscura preistoria. “Gli Stati legittimati dalla religione tengono rinchiusi i loro popoli nel cerchio angusto della fede e della paura”, scrive il blogger saudita condannato a dieci anni di carcere, a mille frustate e una multa molto salata (circa 240.000 euro). Il prezzo del coraggio e della libertà è alto, ma lui è un esempio per tutti e non intende mollare.
In questo libro sono raccolti i testi che lo hanno condannato e che rivelano le radici culturali dell’estremismo islamico, che affondano nel potere arretrato e liberticida esercitato anche in Arabia Saudita, fedele alleato degli occidentali da cui acquista una grande quantità di armi per reprimere ogni possibile dissenso. E i cui rappresentanti governativi hanno sfilato a Parigi in difesa della libertà di parola dopo l’attentato a Charlie Hebdo.
Un tragico paradosso. Badawi, classe ’84, parla di Califfato, del terrore e della pace, della Primavera araba, dell’11 settembre, dell’assoggettamento della donna, del rapporto con gli occidentali (“Abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri”), del terrorismo. E della libertà, il valore che dovrebbe unire tutti i popoli della terra. Un monito che colpisce per coraggio e intelligenza.