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Serie Netflix: “Derry Girls” e i disordini dell’adolescenza

Derry-Girls

Una nuova serie per adolescenti è arrivata su Netflix: si tratta di Derry Girls, una sitcom di Channel 4 scritta da Lisa McGeeambientata in “un luogo chiamato Derry, o Londonderry, un piccolo angolo tormentato nel nord-ovest dell’Irlanda“, come dichiara nel primo episodio la voce della melodrammatica Erin, o meglio, di sua cugina Orla, che sta leggendo senza permesso il suo diario segreto.

Siamo negli anni ’90, sullo sfondo dei Troubles che hanno agitato il paese dagli anni ’60, e vediamo le vite di un gruppo adolescenti che dividono le proprie giornate tra l’ambiente familiare e quello della scuola cattolica che frequentano: loro sono Erin (Saoirse-Monica Jackson), Orla (Louisa Harland) Clare (Nicola Coughlan) e Michelle (Jamie-Lee O’Donnell), a cui si unisce inaspettatamente un maschioJames (Dylan Llewellyn), maltratto di continuo dalle ragazze per il suo essere inglese.

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È difficile individuare una trama lineare a questa storia, composta principalmente da tanti piccoli eventi che travolgono i protagonisti portandoli a vivere situazioni assurde, brillanti e imprevedibili. Non c’è niente di convenzionale nelle giornate degli adolescenti di Derry, tutto accade in modo disordinato e inspiegabile, come la morte di una suora durante l’ora di punizione, o la statua di una Madonna che piange proprio prima dell’esame di storia.

Ma in Derry Girls non sono tanto i fatti raccontati a essere esilaranti (sì, certo, anche quelli, soprattutto quando si scopre che le lacrime che sgorgano dalla statua della Vergine Maria altro non sono che pipì di cane), ma il modo in cui i personaggi reagiscono, dalla loro mimica facciale, alle loro scenate isteriche, capricciose e politicamente scorrette (come quando Erin insinua che una studentessa ucraina sopravvissuta al disastro di Černobyl’ sia in realtà una prostituta). 

A tutto ciò si mescolano i poster e le canzoni di Dolores O’Riordan, gli zainetti argentati, i festini in casa, i rullini di foto stampati, ma soprattutto il desiderio di scappare da un piccolo paese (fosse anche soltanto per una gita a Parigi), la voglia di crescere e di distinguersi per trovare la propria individualità, ovviamente sempre restando insieme. 

Sembra che la serie (composta da 6 brevi episodi di 20 minuti ciascuno) sia stata così apprezzata dagli spettatori da essere già stata rinnovata per una seconda stagione.

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