“Il dramma non sono i bambini che si danno gli schiaffi perché guardano Squid Game e riproducono la versione violenta di un due tre stella: il dramma sono i bambini lasciati tutto quel tempo da soli senza nessuno che dia loro degli strumenti minimi di comprensione. Il dramma è che non esista un limite, anche banalmente di tempo, in cui si può stare davanti a uno schermo”: su ilLibraio.it Enrico Galiano, insegnante e scrittore, interviene sulla polemica del momento

È dai tempi di Aristotele che ci si fa sempre la stessa domanda: le scene violente generano imitazione?
È successo con le antiche tragedie, e poi su su fino ai giorni nostri, da Arancia meccanica ai video di Marilyn Manson, ciclicamente ritornano quelli che dicono: diseducativo! Chiudete! Censurate!

Adesso che succede con Squid Game, la serie Netflix che attira i giovani occhi dei nostri giovani virgulti come un lampione le falene, si aggiunge un tema nuovo e allo stesso tempo antico: è giusto che i bambini possano guardarlo?

Domanda retorica, se è vero che è una serie con delle precise coordinate anagrafiche riguardo agli spettatori, per cui la risposta retorica è un secco no, non se ne parla, non ci pensate neanche. Eppure, a quanto pare, quei limiti messi lì in alto in sovraimpressione sono come i divieti di balneazione durante le mareggiate: non solo non funzionano, ma invogliano alcuni a buttarcisi dentro con maggiore foga.

Forse allora la questione è preliminare: a cosa diamine servono i parental control, se poi nessuno li segue?

Non ho risposte su quanto e come questa serie influisca davvero in comportamenti pericolosi dei bambini o in una percezione distorta della realtà. Non sono uno psicologo dell’età evolutiva, sono solo un insegnante e uno scrittore.

Dal mio punto di osservazione, però, posso dire che quello che manca ai bambini non è tanto la dialettica del divieto o non divieto, ma la presenza di qualcuno vicino che stia lì a spiegare che cosa si vede, perché le persone fanno quelle cose, e soprattutto a marcare nettamente il confine fra realtà e finzione.

I miei studenti e quelli che incontro in giro per l’Italia hanno questo in comune: passano una quantità impressionante di tempo da soli. Totalmente da soli. Con un cellulare in mano.

Obiezione, vostro onore: anche voi stavate da soli davanti alla tv, da piccoli! È vero.

Non sto a elencare le tonnellate di scene violente dei cartoni animati che mi hanno appassionato da piccino, da L’uomo tigre a Ken il guerriero: e forse anche allora qualcuno avrà pericolosamente imitato quello che vedeva in tv. Ciò che c’è di diverso, però e che oggi preoccupa di più sono due cose:
– La quantità di roba che un bambino può trovare (noi ce la sognavamo)
– L’assenza di qualcuno che sappia fare da filtro

Il dramma non sono i bambini che si danno gli schiaffi perché guardano Squid Game e riproducono la versione violenta di un due tre stella: il dramma sono i bambini lasciati tutto quel tempo da soli senza nessuno che dia loro degli strumenti minimi di comprensione. Il dramma è che non esista un limite, anche banalmente di tempo, in cui si può stare davanti a uno schermo.

Siamo sicuri di sapere davvero che effetti ha l’esposizione prolungata a questi stimoli?

In conclusione: Squid Game non è il male. Non va censurato. Non è pericoloso in sé, come non lo era Arancia meccanica, come non lo era Marilyn Manson.

Il male quelle cose non lo sono: lo mostrano. Ed è qualcosa che viene molto prima di quando si accende un cellulare o un televisore.

È quanto lasciamo soli i nostri bambini e le nostre bambine.

L’AUTORE – Enrico Galiano sa come parlare ai ragazzi. In classe come sui social, dove è molto seguito. Insegnante e scrittore classe ’77, dopo il successo dei romanzi (tutti pubblicati da Garzanti) Eppure cadiamo feliciTutta la vita che vuoi e Più forte di ogni addio, ha pubblicato un libro molto particolare, Basta un attimo per tornare bambini, illustrato da Sara Di Francescantonio. È tornato al romanzo con Dormi stanotte sul mio cuore, e sempre per Garzanti è uscito il suo primo saggio, L’arte di sbagliare alla grande. Il suo nuovo romanzo, in uscita a giugno 2021, è Felici contro il mondo (Garzanti), seguito del bestseller Eppure cadiamo felici.

Alla pagina dell’autore tutti gli articoli scritti da Galiano per ilLibraio.it.

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