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Come si diffonde l’ignoranza? Ed esistono antidoti per arginarla?

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Come si diffonde l’ignoranza? Ed esistono antidoti per arginarla?
L’accessibilità del sapere e la capacità di filtrarlo ripropongono oggi vecchi problemi in forme – e quantità – nuove. La costruzione delle cosiddette “filter bubbles”, l’accesso apparentemente illimitato al sapere consentito dai motori di ricerca e le “echo chambers” sono solo alcune delle grandi questioni che investono la comunicazione contemporanea.

L’INCONTRO

Se ne parlerà lunedì 12 giugno, alle 19, al Joy Bar della biblioteca Vavassori Peroni di Milano (zona Lambrate-Città Studi), in occasione del terzo incontro del progetto Rosetta, ideato da da cheFare e Casa della Cultura con Fondazione Cariplo.

Nel corso dell’incontro, moderato da Bertram Niessen, esperto di sociologia della cultura e direttore scientifico di cheFare, si discuterà del rapporto tra conoscenza, sapere, ignoranza e potere a partire dal libro pubblicato da Il Saggiatore ? – Il paradosso dell’ignoranza da Socrate a Google di Antonio Sgobba, che parteciperà alla serata.

Gli altri relatori saranno Nicola Bruno, fondatore di Effecinque e Factcheckers.it, Ugo Cornia, scrittore e insegnante di filosofia, Valentina Pisanty, semiologa e studiosa dell’Olocausto e Giovanni Ziccardi, professore di informatica giuridica all’Università degli Studi di Milano. Dopo l’incontro è in programma il djset di Matteo Saltalamacchia.

LA BIBLIOTECA

La biblioteca Vavassori Peroni, inaugurata nel 2009, è la più recente e la più spaziosa tra le biblioteche rionali milanesi, e il Joy Bar, il nuovo locale all’interno della biblioteca, è stato inaugurato da un anno.

IL PROGETTO

Quanto a Rosetta, è un “progetto culturale nomade”, un ciclo di incontri che sta attraversando Milano, toccando luoghi sempre diversi della città: “Rosetta vuole mettere in relazione i centri innovativi di produzione e distribuzione culturale della città di Milano, compresi quelli meno mappati e riconosciuti. Lo fa affrontando temi diversi tra loro, accomunati da un legame diretto con la vita quotidiana, con l’obiettivo di coinvolgere quei pubblici più giovani e più dinamici che stentano a riconoscersi nei mondi culturali tradizionali”.

 

 

 

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