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Libertà di espressione, l’appello per la scarcerazione degli intellettuali cinesi

Negli stessi giorni in cui si discute sul processo a Erri De Luca per istigazione a delinquere nel caso Tav, più di 40 autori, tra cui Neil Gaiman, Jonathan Franzen, Jennifer Egan, Paul Auster e Ian Mc Ewan, firmano una lettera indirizzata al presidente cinese Xi Jinping perché rilasci i numerosi intellettuali cinesi, incarcerati per “il crimine di aver espresso la propria opinione”.

Come riporta Il Guardian, gli scrittori, in una lettera aperta, pubblicata alla vigilia del primo viaggio del presidente cinese negli Stati Uniti, si dichiarano preoccupati per il progressivo deterioramento della libertà di espressione in Cina e chiedono la scarcerazione dei 47 intellettuali che si troverebbero attualmente nelle carceri cinesi, tra cui lo studioso Ilham Tohti, il giornalista Gao Yu, lo scrittore e critico letterario Liu Xiaobo e la moglie artista Liu Xia.

L’incarcerazione di scrittori e giornalisti“, scrivono gli autori nella lettera, “danneggia l’immagine della Cina all’estero e frena la sua ambizione di presentarsi come partner forte e rispettato sul palcoscenico mondiale”. E lo stesso effetto avrebbero anche la censura della letteratura e dei media e la limitazione dell’accesso a internet: gli scrittori sostengono che la possibilità di raccogliere notizie e informazioni dettagliate da parte del cittadino è di pubblico interesse, e la diversità di opinioni e punti di vista è essenziale ai fini della creazione di un’economia e di una cultura dinamiche e competitive.

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