Migliaia di lettori in rete hanno celebrato nelle scorse settimane il proprio #QuasiNiente che riempie la vita, fotografando e postando su Instagram piccole cose, gesti, persone, paesaggi che fanno sentire davvero vivi… Un contest ispirato appunto a Quasi niente, il nuovo libro di Mauro Corona scritto con l’amico Luigi Maieron e pubblicato da Chiarelettere, balzato subito in classifica dei libri più letti e già alla terza edizione a poche settimane dall’uscita.
Le foto postate da tutta Italia hanno riempito la rete (tutte le immagini con l’hashtag #QuasiNiente si possono comunque guardare su Instagram. E a tutti i partecipanti vanno i ringraziamenti di Corona e Maieron). Per questo ci sono voluti almeno 15 giorni perché gli autori riuscissero a guardarle tutte e a selezionare le 10 vincitrici. Le pubblichiamo qui sotto, con il commento degli autori dopo ogni scatto.
Sceglierle non è stato affatto facile, perché ciascuno scatto rispecchia a modo suo – intimo, personale, vero – l’intensità del libro, un’immersione in una cultura antica, montanara, lontana dalla trappola dell’apparire…
Un post condiviso da Redavid Davide (@redavidavide) in data:
Ogni mattina dovremmo partire con la speranza che ci vada bene. Dobbiamo imparare a fare le cose come se fossero le ultime. La nostra vita è piccolissima, sta nel palmo di una mano, sta a noi decidere se chiuderla a pugno o tenerla bene aperta.
Mauro Corona
Un post condiviso da cicci73 (@cinzia.romeo73) in data:
C’è un aspetto sul tema dell’educazione che per me è importante: non abbiate paura che i bambini si trovino in difficoltà, è dalle difficoltà che emerge il carattere. Sono piccoli ricordi che ti segnano, costruiscono quello che sei.
Mauro Corona
Un post condiviso da Sandra Panerai (@sandrapanerai) in data:
Ognuno di noi ha bisogno di un angolino dell’anima in cui riparare. Un giardino è un luogo ideale, quasi niente eppure…
Mauro Corona e Luigi Maieron
Un post condiviso da fina Sciortino (@serafina_sciortino) in data:
Alberi come giganti che trattengono il respiro aspettando la primavera. Le viti quasi niente eppure…
Luigi Maieron
#QuasiNiente @chiarelettere @illibraioit @igersitalia
Un post condiviso da Elga (@elgabirs) in data:
Una signora piena di vita, una donna alla finestra, forse una nonna amatissima… Commenta Mauro Corona: il mio rapporto personale con le donne è stato molto conflittuale perché ho capito fin da piccolo che la donna è più forte del maschio. Provando a vedere la vita con lealtà devo schierarmi dalla parte della donna. In queste valli sono stato uno dei primi a dire che era uguale al maschio, forse meglio. Nei libri ho dato alla donna il valore che ha e che merita. Donne che sanno superare tutto e uscirne con dignità.
Mauro Corona
#QuasiNiente @chiarelettere, @igersitalia e @illibraioit #ilmiopane #pane
Un post condiviso da Valeria Vezzani (@valeriavezz) in data:
Per apparecchiare una tavola a volte basta quasi niente: il pane fatto in casa assomiglia a un dono dei giorni di festa.
Abbiamo dedicato ‘Quasi niente’ anche a Carlo Sgorlon. Sgorlon a tavola, mentre spezzava il pane, pareva che eseguisse un rito. Staccava un piccolissimo pezzo e lo portava al piatto, quasi per una forma di rispetto del poco, del consumare con misura e presenza. Prima di lasciarci disse che uno dei doveri degli uomini è capire il proprio destino, cosa non facile perché gli uomini sono specialisti nell’alzare barriere tra loro e la verità. Se ci si lasciava andare al destino, la vita avrebbe avuto un senso. Anche se sembrava bizzarro o impossibile bisognava procedere con fede. Siamo nati per seguire un determinato sentiero e dobbiamo farlo, senza farci domande o comparazioni, senza valutare convenienze o altre possibilità.
Luigi Maieron e Mauro Corona
Un post condiviso da Claudio Fracchetti (@claudio_luchet) in data:
Eh questa bellissima donna, ci ricorda la gioia del lavoro manuale, della vicinanza alla natura, del distrarsi da pensieri avvitati.
Quasi niente. E funziona.
Mauro Corona e Luigi Maieron
2. #QuasiNiente .Solo noi. @igersitalia @chiarelettere @illibraioit
Un post condiviso da francymoo (@francymoo) in data:
Questa foto mi piace perché non si vede quasi niente e mi ricorda mio nonno.
Sono cresciuto con mio nonno paterno dai sei ai tredici anni; ho vissuto con lui, mia nonna e una vecchia zia sordomuta. Ero ancora ragazzino che lui mi portava nei boschi a imparare. Quando cercavamo funghi mi arrabbiavo se non li trovavo. Il nonno diceva: «Guardati intorno, contentati che siamo nel bosco a camminare. Poi se capitano i funghi…». Il nonno mi ha insegnato questa etica molto concreta, mi ha educato a gratificarmi da me attraverso le cose che facevo e che vedevo.
Mauro Corona
Un post condiviso da Silvia Meconcelli (@milleeunastoria) in data:
La famiglia associata alla lotta ci piace. Da noi in famiglia ognuno capiva che non poteva bastarsi, che era fondamentale aprirsi agli altri. Oggi la parola misericordia, usata pochissimo, è confinata quasi esclusivamente in ambito religioso. Ma c’è un lato umano, laico, della misericordia che porta a considerare l’altro e a rispettarlo con tutti i suoi limiti. C’è un detto in Carnia molto efficace in questo senso: «Ognun al bale cun sò agne», è diventato anche il titolo di una mia canzone. «Ognuno balla con sua zia.» La spiegazione è questa: crescevi in una comunità in cui ballo e musica erano molto sentiti. Tutti volevano ballare però non c’era così tanta confidenza in famiglia perché il papà o la mamma ti insegnassero i passi di danza, quindi alle feste paesane imparavi magari con una zia e siccome non sapevi muoverti le pestavi i piedi. Ognuno insomma impara a ballare come può. Allo stesso modo ognuno impara a vivere come può. «Ognun al bale cun sò agne»! Questo generava un’accettazione totale dell’altro, ecco la misericordia montanara.
Luigi Maieron
Un post condiviso da Fabiola Congias (@fabycongias) in data:
Porto bambini nei boschi a camminare, cerco d’insegnare loro a riconoscere alberi e animali, a divertirsi. Ma nello stesso tempo gli insegno i pericoli, le attenzioni che si devono avere a muoversi in un ambiente che non è cattivo, non è ostile ma è composto da elementi che se ne tocchi uno nel momento sbagliato sei morto. Un conto è la poetica, un altro è viverci. Pessoa disse una frase molto azzeccata: «La natura mai si ricorda e perciò è bella”. Sono vivo perché ho imparato a muovermi. Ci vuole intuito, istinto e tanta esperienza.
Mauro Corona