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“Io Sì”: la toccante lettera (e il grazie) di un prof a Laura Pausini

Sandro Marenco e Laura Pausini - GettyEditorial 17-03-2021

Sandro Marenco e Laura Pausini - GettyEditorial 17-03-2021

“Cara Laura”. No dai, non posso iniziare così, mica siamo amici. Ok che il mio affetto è sincero e che il rapporto tra i fan e gli artisti come lei si avvicina talvolta a quello reale dell’amicizia, ma non posso esordire in questo modo. Poi in fondo sono un prof, mi han sempre detto che la forma è importante e lo ripeto sempre anch’io ai miei studenti.

Proviamo così: “Cara Laura Pausini” virgola, no, non è coerente. O è “cara” o è “Laura Pausini”, non posso abbinare il calore dell’aggettivo con il nome e cognome che diventa subito più freddo.

Ho trovato: “Gentilissima Laura Pausini”… Uff, non mi piace e poi mi sa che se dovesse per caso leggere questa lettera le prenderebbe subito un colpo, penserebbe a una denuncia o a una bolletta rimasta indietro da pagare.

Ma come si fa a scrivere una lettera a Laura Pausini? Ho trovato! Parto con un italianissimo Ciao Laura e poi comincio a raccontarle la storia del suo brano legato alla mia vita, le dico quello che sento di volerle dire, secondo me potrebbe apprezzare perché lei è genuina e spontanea come lo sono io. Ok, ci provo.

Ciao Laura,

un giorno tornavo da scuola e in radio ho sentito per la prima volta il tuo ultimo brano, “Io sì”. Di solito le tue canzoni mi piacciono molto, e mi entrano in testa e le canticchio quasi già dalla ripresa del secondo ritornello, già dal primo ascolto. Questa invece mi ha bloccato, non so quali corde ha sfiorato, ma ho sentito immediatamente che mi parlava, che voleva dirmi qualcosa. Dopo l’ho cercata in rete e l’ho messa in loop.

Ho continuato ad ascoltarla appena avevo un attimo libero, un po’ perché mi piace davvero tanto, ma soprattutto perché le volevo dare la possibilità di dirmi quello che cercava di dirmi e io non mettevo a fuoco. Poi finalmente l’ho capito: le tue parole mi colpivano perché erano quelle che avrei dovuto dire io ai miei alunni, reali e virtuali. Dovevo fargli sapere che c’ero, per loro, che avrei detto sempre: io sì.

A quel punto ho riletto il testo con attenzione, perché volevo fare un video e cantarne un pezzo da dedicare a tutte le persone che mi seguono. “Quando impari a sopravvivere e accetti l’impossibile nessuno ci crede, io sì”: in queste poche semplici parole c’è tutto il dolore di chi sta soffrendo e, in questo momento storico, tanti ragazzi stanno male perché stanno perdendo la loro adolescenza. Non hanno più contatti con gli amici, vedono apparire noi prof sui loro schermi la mattina e poi sono soli, tutto il giorno soli con il loro schermo davanti a fare i compiti o a distrarsi con qualche gioco. In alcuni casi si vedono i primi segni della depressione ed è proprio in quel momento in cui si inizia ad accettare l’impossibile e a sopravvivere, che è ben diverso da vivere.

Ma io li posso capire, non perché sia un genio o un essere particolare, semplicemente perché in quel pozzo buio e nero ci ho vissuto parecchio e quindi so cosa si provi, so quale sia l’odore di freddo e umido che si respira. Conosco ogni singola sfumatura della malattia, ed è per questo che voglio ringraziarti, Laura, perché con le tue parole io ho potuto dire a tutti che anche se nessuno ci crede, io sì.

La tua canzone è diventata quasi un inno e un testamento per me Sandro, ma soprattutto per me prof, perché mai come ora voglio dire ai ragazzi che anche quando nessuno li sente, quando vorrebbero scappare via ma poi non sanno dove andare, c’è sempre qualcuno pronto ad ascoltarli. Voglio anche dir loro che se non riescono a trovare nessuno… beh, io sì, io ci sono e non m’importa che destino abbiano perché la cosa più importante è che sappiano che se vogliono, se mi vogliono, io sono qui.

Laura, voglio chiudere facendoti una promessa e, anzi, dandoti una certezza: tu hai meritatamente vinto il Golden Globe, ma sappi che tu hai vinto e vincerai l’Oscar ogni volta che un professore, una mamma o un papà sapranno cantare la tua canzone per i loro ragazzi.

Io con te l’ho vinto proprio pochi giorni fa.

Grazie di cuore, Laura.

Sandro Marenco

 

L’AUTORE – Sandro Marenco è un “social prof”, uno speaker radiofonico e un content creator. Si è laureato in lingue alla Cattolica di Milano, ha lavorato per una multinazionale dell’elettronica come marketing manager e, dopo anni in giro per il mondo, ha mollato tutto e ha iniziato a creare per se stesso. Insegna in un liceo scientifico di Alessandria ed è ormai, grazie a TikTok e a Instagram, un punto di riferimento per centinaia di migliaia di ragazzi in tutta Italia.

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