“Non voglio mostrarmi a mia figlia come una donna invincibile, non voglio che emuli un prototipo di donna inesistente, la donna che ho finto di essere indossando una maschera di aspettative”. Su ilLibraio.it una nuova riflessione di Giada Sundas: “Portatemi qui, davanti a me, quello che ha deciso che ‘noi mamme’ ce la dobbiamo fare sempre…”

È il millecinquecentosessantasettesimo giorno che faccio la madre. È un giorno migliore di altri, peggiore di altri ancora. Un giorno come tanti, carico di routine. Ho caricato una lavatrice, accompagnato a scuola, ho risposto a una mail, comprato dei broccoli e delle penne rigate, pagato le bollette, fatto due telefonate, lavorato, steso, cercato un parcheggio, corso ad un appuntamento, scaricato la lavastoviglie. Poi sono andata a letto, mi sono rimproverata per non aver fatto abbastanza, non essere stata abbastanza, aver avuto mancanze e dimenticanze. Mi sono addormentata e mi sono risvegliata dentro ad un oggi identico a ieri.

Però oggi non ho voglia di essere quello che sono tutti i giorni, oggi ho voglia di urlare a tutti di riprendersi pure le loro aspettative, che tanto non me ne faccio niente. La stanchezza mi ha pervaso anima e corpo, accumulatasi nei giorni, e vorrei restarmene passiva a godere del nulla assoluto. Oggi voglio stare spenta.
“Forza” mi dicono “sei una mamma, sei una donna. Noi ce la facciamo sempre. Siamo forti”.

E allora portatemi qui, davanti a me, quello che ha deciso che “noi mamme” ce la dobbiamo fare sempre. Che siamo sempre forti. Portatemelo perché gli devo spiegare che il mio corpo non risponde alla volontà della retorica, che le mie viscere se ne fregano degli inni motivazionali, che le mie tempie non smettono di pulsare sotto alle ambizioni di magnificenza femminile.

Portatemelo, ho bisogno di dirgli che è tutta colpa sua se non posso permettermi di soffrire senza essere incalzata a riprendermi qui e ora, di fronte a un riepilogo delle mie responsabilità e all’appello di persone alle quali lo devo.  Voglio raccontargli, a quello lì, che con la sua propaganda di resilienza ha fatto sì che diventassi la peggiore nemica di me stessa, accusandomi ogni giorno e squagliandomi nei sensi di colpa. È colpa sua se la mia umanità è una debolezza.

Voglio che sappia che non voglio mostrarmi a mia figlia come una donna invincibile, non voglio che emuli un prototipo di donna inesistente, la donna che ho finto di essere indossando una maschera di aspettative.
Io oggi non ce la voglio fare, non voglio combattere la mia stanchezza. Oggi voglio accettarla ed abbracciarla, crogiolarmici dentro. Poi domani ricomincio.

Non ce la devo fare sempre. Oggi ho deciso di no.

L’AUTRICE – Giada Sundas è una giovane madre molto seguita in rete. Sui social racconta la sua esperienza di “madre imperfetta ma imperterrita” con freschezza e ironia. Il suo romanzo d’esordio, edito da Garzanti nel 2017, si intitola Le mamme ribelli non hanno paura, e racconta la storia di Giada dal giorno in cui la piccola vita di Mya, sua figlia, ha cominciato a crescere dentro di lei. Nel 2018 è uscito il suo secondo, atteso libro, Mamme coraggiose per figli ribelli, in cui l’autrice torna a parlare del mestiere più difficile del mondo: fare la madre. Con la sua inconfondibile vena ironica…

Qui tutti gli articoli di Giada Sundas per ilLibraio.it.

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