Tre lettere inedite di Eugenio Montale, che evidenziano le piccole furbizie del poeta Nobel. Comincia così l’avventura di una nuova casa editrice “artigianale”, De Piante, che “vuole essere per pochi senza essere elitaria, ambiziosa senza essere arrogante, elegante senza essere vistosa” – Il progetto, in cui si punta su testi in edizione limitata

È nata una nuova casa editrice, con “un progetto editoriale al di fuori e al di là dei percorsi comuni”. È la De Piante Editore, una realtà artigianale che “vuole essere per pochi senza essere elitaria, ambiziosa senza essere arrogante, elegante senza essere vistosa”.

Prende il nome dal nome del socio fondatore/finanziario: Cristina Toffolo De Piante, imprenditrice nel settore grafico da quasi 30 anni. E al progetto collaborano Luigi Mascheroni, giornalista culturale del Giornale, e Angelo Crespi, giornalista e critico d’arte.

de piante editore

Ad accomunare i libri di questa nuova realtà, il valore letterario dei testi (brevi e inediti), l’attenzione all’oggetto libro (cartaceo), particolarmente curato dal punto di vista editoriale/tipografico (Fedrigoni e Amatruda, la carta – rigorosamente italiana – scelta), e l’elemento artistico: la sovracopertina è infatti disegnata ogni volta, appositamente, da un artista.

La prima uscita? Non posseggo nemmeno una Divina Commedia, volume che raccoglie tre lettere inedite di Eugenio Montale indirizzate all’insigne classicista Manara Valgimigli, datate tra il 1946 e il 1954, che dipingono un inedito Montale, “compassato e guizzante, lento e astuto”.

Nel trittico di lettere, infatti, le astuzie del poeta Nobel, insorgono fino al paradosso di rifiutare una lectura Dantis adducendo come motivo di non possedere “nemmeno una Divina Commedia”, o di ostentare un’umiltà di maniera per convincere l’amico a partecipare alla giuria di un premio letterario, o ancora di chiedergli, quasi sfacciatamente, di scrivere in sua vece un articolo dedicato alle poesie latine di Pascoli.

Insomma, piccole furbizie, al cospetto della straordinaria opera poetica di Montale, che ci rendono però l’essenza del poeta “bestia rara, angelico e bestiale, creatura totale, che sa, nel gran teatro del mondo, essere bradipo, anguilla, moschettiere, upupa e unicorno”.

Il libro (postfazione di Davide Brullo, sopraccoperta d’artista di Roberto Floreani) è stampato in edizione limitata (500 copie, di cui 99 numerate a mano, più 10 copie d’artista). La legatura è a mano.

Nel suo primo anno di vita, la casa editrice proporrà 4 titoli. In arrivo ci sono un inedito di Piero Chiara, un testo giornalistico perduto di Fruttero e Lucentini e una conferenza di Giovanni Testori.


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