“La scomparsa di Josef Mengele” è “un romanzo che si immerge fino in fondo nel cuore di tenebra del secolo trascorso”

Olivier Guez è uno dei piú noti scrittori e sceneggiatori francesi contemporanei. Tra le sue opere figurano L’impossible retour, une histoire des juifs en Allemagne depuis 1945 (2007), Eloge de l’esquive (2014) e Les Révolutions de Jacques Koskas (2014). Inoltre, nel 2016 ha ricevuto il premio per il cinema tedesco per la miglior sceneggiatura con il film The People vs. Fritz Bauer. Neri Pozza porta in libreria La scomparsa di Josef Mengele, il romanzo con cui Guez ha vinto il Prix Renaudot.

La scomparsa di Josef Mengele Guez

La trama ci porta a Buenos Aires, nel giugno 1949. Nella gigantesca sala della dogana argentina una discreta fetta di Europa in esilio attende di passare il controllo. Sono emigranti, trasandati o vestiti con eleganza, appena sbarcati dai bastimenti dopo una traversata di tre settimane. Tra loro, un uomo che tiene ben strette due valigie e squadra con cura la lunga fila di espatriati. Al doganiere l’uomo mostra un documento di viaggio della Croce Rossa internazionale: Helmut Gregor, altezza 1,74, occhi castano verdi, nato il 6 agosto 1911 a Termeno, o Tramin in tedesco, comune altoatesino, cittadino di nazionalità italiana, cattolico, professione meccanico.

Il doganiere ispeziona i bagagli, poi si acciglia di fronte al contenuto della valigia più piccola: siringhe, quaderni di appunti e di schizzi anatomici, campioni di sangue, vetrini di cellule. Strano, per un meccanico. Chiama il medico di porto, che accorre prontamente. Il meccanico dice di essere un biologo dilettante e il medico, che ha voglia di andare a pranzo, fa cenno al doganiere che può lasciarlo passare. Così l’uomo raggiunge il suo santuario argentino, dove lo attendono anni lontanissimi dalla sua vita passata.

L’uomo era, infatti, un ingegnere della razza. In una città proibita dall’acre odore di carni e capelli bruciati, circolava un tempo agghindato come un dandy: stivali, guanti, uniforme impeccabili, berretto leggermente inclinato. Con un cenno del frustino sanciva la sorte delle sue vittime, a sinistra la morte immediata, le camere a gas, a destra la morte lenta, i lavori forzati o il suo laboratorio, dove disponeva di uno zoo di bambini cavie per indagare i segreti della gemellarità, produrre superuomini e difendere la razza ariana. Scrupoloso alchimista dell’uomo nuovo, si aspettava, dopo la guerra, di avere una formidabile carriera e la riconoscenza del Reich vittorioso, poiché era… l’angelo della morte, il dottor Josef Mengele.

L’APPUNTAMENTO A MILANO:

La scomparsa di Josef Mengele
Olivier Guez
intervengono
Wlodek Goldkorn ed Elena Loewenthal
letture di Federica Fracassi

Giovedì, 12 aprile 2018
Ore 18,30
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo, 14
Biglietto TFP cortesia € 3,50

 

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