“Facciamo un bel patto: parliamoci di più, ma senza attaccarci. Spieghiamoci, ma solo per capirci meglio. Non perdiamo tempo a contare gli errori che facciamo – perché ne facciamo, tanti, sia noi che voi – ma usiamolo per raccontarci i nostri ragazzi, descriverceli a vicenda, capire quali sono le strategie migliori. Per conoscerli meglio…”. Su ilLibraio.it, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, la proposta di Enrico Galiano, insegnante e scrittore

Cari genitori, veniamoci incontro.

Anche per quest’anno ci siamo: la scuola sta per ricominciare. E in questi giorni di fine estate, quando ancora le foglie non hanno iniziato a diventare rosse e i nostri ragazzi hanno il cuore e i pensieri al sole, mi piacerebbe fare in piccolo patto con voi. E il patto è: veniamoci incontro.

Può interessarti anche

Sono anni ormai che vado su e giù per l’Italia e quella domanda non manca mai: ma i genitori? Come sono? L’espressione di chi me lo chiede di solito è del tipo “Malaccio, eh?”. Ovunque si sente dire questa frase, e sono sicuro l’abbiate sentita anche voi: una volta, se tornavi a casa con un brutto voto, si arrabbiavano con te. Oggi si arrabbiano col professore!

Vera? Falsa? Luogo comune?
Ve lo dirò fra poco.

Prima di tutto dobbiamo fare un’ammissione, importante: nemmeno noi insegnanti siamo tutti perfetti. Anche in mezzo a noi ci sono persone che forse non hanno azzeccato il lavoro della vita, decidendo di fare l’insegnante.

Direi che ogni patto che si rispetti deve inziare con una bella cosa schietta da dire: a volte i genitori hanno ragione ad arrabbiarsi, se i loro figli in cattedra si ritrovano insegnanti sfiduciati, privi di voglia di fare, o che sfogano sui ragazzi le proprie frustrazioni. Perché esistono, è inutile che ci nascondiamo dietro un dito.

Hanno torto, anzi torto nel modo peggiore, quando se la prendono con professori o maestri perché sono secondo loro troppo severi, se intendiamo severo nel senso più nobile del termine, perché un insegnante severo in quel senso non solo non è da biasimare: è una benedizione. Torto quando diventano gli avvocati difensori dei propri figli, perché così non insegnano loro a rivendicare le proprie idee.

E ora vediamo, se quella cosa dei genitori “malaccio” è vera o è un luogo comune. È vero, c’è qualcuno in mezzo a voi che è così. Anzi, ce n’è addirittura qualcuno che si presenta ai colloqui con intenzioni bellicose che poi sfociano in referti medici e prognosi di tre giorni. Ma dobbiamo essere onesti, noi insegnanti: la maggior parte non è così. Ci sono anche i genitori che ti danno una grande mano, che sono sempre disponibili e che hanno almeno una vaga idea di quanto può essere difficile stare in una classe, a volte.

Ok, poi ci sono anche quelli che partono già con l’idea che noi siamo tutti degli incompetenti che rubano lo stipendio e che non hanno idea di come si tratti con un ragazzo. Ma sono meno, molti meno.

Ci sono anche genitori che sanno capire quanto può essere a volte complessa la convivenza in mezzo a così tanti ragazzi e così tante esigenze, bisogni, aspettative diverse.

Ok, poi ci sono anche quelli convinti che il proprio figlio/a sia l’unico essere vivente presente su questo pianeta. Ma sono meno, molti meno.

Ci sono molti genitori che sanno benissimo che quello che i figli raccontano a casa va preso spesso con un certo beneficio del dubbio e prima confrontato, soppesato, valutato.

Ok, poi ci sono anche quelli che mettono la parola del figlio/a vicino a quella dei quattro evangelisti e la considerano più attendibile di una prova del dna in un caso di omicidio. Ma sono meno, molti meno.

Ci sono genitori che sanno che non lavoriamo contro, ma con loro. Anzi che abbiamo un incredibile bisogno di loro. E sono la maggior parte, diciamolo che sono la maggior parte, perché questa è la verità.

Per cui adesso, tutti insieme, facciamo un bel patto: parliamoci di più, ma senza attaccarci. Spieghiamoci, ma solo per capirci meglio. Non perdiamo tempo a contare gli errori che facciamo – perché ne facciamo, tanti, sia noi che voi – ma usiamolo per raccontarci i nostri ragazzi, descriverceli a vicenda, capire quali sono le strategie migliori.

Per conoscerli meglio. Per aiutarli in quel casino assurdo che è essere adolescenti.

L’AUTORE – Enrico Galiano sa come parlare ai ragazzi. In classe come sui social, dove è molto seguito. Insegnante e scrittore classe ’77, Galiano, dopo il successo di Eppure cadiamo felici Tutta la vita che vuoi, torna in libreria, sempre per Garzanti, con Più forte di ogni addio, un romanzo che mostra perché ogni momento è importante. Soprattutto quello in cui dire alle persone che amiamo cosa significano per noi.

Qui tutti gli articoli scritti da Galiano per ilLibraio.it.

Abbiamo parlato di...