In una scuola di Musocco, nella periferia di Milano, vicino a Quarto Oggiaro, un gruppo di ex insegnanti e studenti ha creato una biblioteca aperta a tutti, diventata ben presto un luogo d’incontro per gli abitanti del quartiere…

Trasformare un magazzino in una biblioteca aperta a tutti: ecco cosa è successo nella scuola primaria e media di via Sapri, a Musocco, uno dei quartieri della periferia di Milano, vicino a Quarto Oggiaro. Un gruppo di ex insegnanti e studenti ha infatti deciso di allestire una biblioteca con materiale di recupero, in una zona dove si vuole i incentivare l’abitudine alla lettura.

Come ha dichiarato il preside Angelo Lucio Rossi in un’intervista rilasciata a Corriere Milano, “tutto è cominciato da un incontro casuale, con un pensionato che voleva disfarsi di cinquemila libri. Non sapeva dove metterli. Mi sono dato da fare, ho chiesto in giro. Alle associazioni, a chiunque mi potesse aiutare a creare un ambiente adatto ad accoglierli”.

Dopo aver conosciuto l’iniziativa, sono arrivate le prime donazioni non solo da parte dei residenti, ma anche dalla Fondazione Cariplo e dagli studiosi del progetto del Politecnico Catullo va in città. In poco tempo, la biblioteca ha iniziato a riempirsi di libri, di generi e lingue diverse: “È un modo per avvicinare e fare convergere l’utenza variegata di questa zona, con alunni di quindici Paesi diversi“, spiega il dirigente scolastico.

E non è tutto. Per permettere alla comunità di godere al massimo della biblioteca, la scuola rimane aperta tutti i giorni fino a mezzanotte, e fino a quell’ora è accessibile anche la palestra, grazie ai genitori che si sono offerti volontari per fare da guardiani.

La scuola è diventata un punto di riferimento per la comunità: oltre alle presentazioni dei libri e agli incontri tra editori e autori, vengono allestite mostre, tenuti laboratori di musica popolare e di lavorazione della creta, corsi per aiutare studenti in dispersione scolastica.

In un contesto in cui i rapporti tra le persone diventano sempre più frammentari, “la cultura inizia a fare da collante“, come ha osservato la ricercatrice del Politecnico Alessandra Marsiglia: “Abbiamo subito capito le potenzialità di questa scuola e del tessuto connettivo sottostante, bisognava solo attivarlo”.

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