Uno studio dimostra come alcuni lettori siano capaci di continuare a sentire la voce e la presenza di un personaggio anche una volta conclusa la lettura, un fenomeno che viene chiamato “experiential crossing”

Si sente spesso usare l’espressione “immergersi nella lettura” per descrivere quella sensazione di rapimento che spesso i libri causano, ma cosa succede quando è la lettura a immergersi nella vita? Secondo uno studio condotto dall’Università di Durham e riportato dal Guardianuna buona parte dei lettori quando chiude il libro porta con sé i personaggi, mantenendoli vivi con la propria immaginazione anche nella vita reale.

Durante il Festival Internazionale del Libro di Edinburgh, nel 2014, i ricercatori hanno preso in considerazione un piccolo campione di 1500 lettori, il 19% dei quali ha riferito di poter udire la voce dei personaggi anche quando non stanno leggendo, descrivendo dettagliatamente il fenomeno di trasposizione di alcuni aspetti del romanzo nella vita reale.


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La declinazione più diffusa di questa trasposizione, descritta dalla metà dei partecipanti allo studio, sembra essere la sensazione che il personaggio rimanga con il lettore anche una volta chiuso e riposto il libro.

Charles Fernyhough, scrittore e psicologo, definisce questo fenomeno come “experiential crossing“, ossia la trasposizione di un personaggio dall’universo finzionale a quello reale, sensazione che lui stesso conosce bene: “So di essere in presenza di un grande autore quando questi mi fa notare cose che altrimenti non avrei notato, perché la voce e la sensibilità della pagina acuiscono la mia attenzione e portano alla luce dettagli che comincio a condividere”.

Fernyhough osserva anche come l’indagine evidenzi il fatto che la lettura mette in atto nella nostra mente non solo un processo di comprensione linguistica, ma anche un processo immaginativo che va a creare mondi e personalità, abbastanza potenti da rimanere con il lettore oltre la pagina.

Il romanziere Edward Docx sostiene che solo la letteratura possa avere un’influenza così potente sulle persone, in quanto “riporta l’interiorità della mente dei personaggi. Il più grande dei film non può fare altrettanto e neanche un videogioco. Solo il romanzo può fornire un intimo ritratto degli intricati meccanismi della psiche umana, al punto in cui si conosce l’anima di qualcun’altro. Ed è la cosa più intima del mondo.”


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