Franco Fortini, Alfonso Gatto, Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini all’inizio della loro carriera hanno sperimentato forme d’arte diverse prima di scegliere quale intraprendere. Pittori che sono anche poeti e poeti che scrivono attraverso la pittura…

Filippo de Pisis, Franco Fortini, Alfonso Gatto, Mario Lattes, Carlo Levi, Mino Maccari, Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Zigaina. Artisti del Novecento dalle forme espressive spesso molto differenti, ma accomunati da una caratteristica in particolare: all’inizio della loro carriera hanno sperimentato forme d’arte diverse prima di scegliere quale intraprendere. Pittori che sono anche poeti e poeti che scrivono attraverso la pittura.

Per indagare questi tratti e gli intrecci tra arte visiva e scrittura poetica in alcune personalità che hanno segnato la storia culturale italiana, la Fondazione Bottari Lattes propone la nuova mostra Poeti/Pittori/Poeti, curata da Marco Vallora presso il Palazzo Banca d’Alba (Via Cavour 4, Alba).

La mostra, a ingresso gratuito, inaugura sabato 18 novembre alle ore 18 e prosegue fino a domenica 17 dicembre (da martedì a venerdì 15.30-19; sabato e domenica 10.30-18.30). Organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes, Poeti/Pittori/Poeti è realizzata in collaborazione e con il sostegno di Banca d’Alba, Regione Piemonte, Cassa di Risparmio di Torino, Cassa di Risparmio di Cuneo, Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, con il patrocinio del Comune di Alba e del Comune di Monforte. Le opere provengono da musei, fondazioni, archivi e collezioni private da tutta Italia.

“Il titolo della mostra – spiega il curatore Marco Vallora – richiama una circolarità, un volano che evoca un’incertezza feconda tra arte e poesia. È un fenomeno ovviamente non soltanto italiano, ma in Italia ha avuto alcuni esiti assai curiosi: artisti che all’inizio del loro percorso sono indecisi sulla strada da prendere, se farsi pittori, poeti, musicisti o saggisti. Il problema è comune a molti artisti europei, basterebbe rileggersi l’epistolario tra Schönberg e Kandinskij”.

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