Nel suo nuovo libro, “Balle mortali – Meglio vivere con la scienza che morire coi ciarlatani”, Roberto Burioni difende la ragione e la scienza, cioè quel metodo che da secoli ha permesso alla medicina di vincere malattie un tempo incurabili…

Nel suo nuovo libro, Balle mortali (Rizzoli), Roberto Burioni (nella foto di Marco Montagna, ndr), professore ordinario di Microbiologia e Virologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e figura ormai conosciutissima grazie ai social media, esamina da vicino una serie insieme tragica e grottesca di bufale pericolose, che ci mettono davanti agli occhi i rischi di affidarci ai ciarlatani invece che ai dati certi, alle prove sperimentali, al metodo scientifico della medicina.

Un bambino muore per un’otite curata con l’omeopatia invece che con antibiotici; una donna soccombe a un linfoma perché invece che a un oncologo si affida alla Nuova Medicina Germanica; una ragazzina non si risveglia da un coma diabetico perché i genitori ascoltano chi consiglia di somministrarle vitamine anziché insulina.

roberto burioni balle mortali

Come scrive Burioni, le promesse non mantenute di Stamina e del metodo Di Bella ricordano quelle alimentate, decenni prima, dal segreto “siero” anticancro di Liborio Bonifacio, ricavato in realtà da escrementi di capra. E sono centinaia di migliaia, nel mondo, le vittime delle sciocchezze divulgate dai negazionisti per i quali non è il virus HIV a causare l’AIDS.

Cosa possiamo fare per difendere la nostra salute, quella dei nostri cari e dell’intera comunità dai danni prodotti dalle balle mortali? Secondo l’autore, dobbiamo difendere prima di tutto la ragione e la scienza, cioè quel metodo che da secoli ha permesso alla medicina di vincere malattie un tempo incurabili e aumentare non solo la durata, ma anche la qualità della nostra vita; quel metodo oggi sotto attacco da parte della disinformazione e del nuovo oscurantismo in cui proliferano i ciarlatani. In campo medico, le fake news possono uccidere, ed è un dovere civico smascherarle.

Fotografia header: Roberto Burioni (nella foto di Marco Montagna)

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