Dal 22 al 25 ottobre, a Roma, torna il Salone dell’editoria sociale, dedicato quest’anno alla “Gioventù bruciata. Tra crisi e riscatto”: quattro giorni di incontri, presentazioni, tavole rotonde e discussioni per ragionare su una generazione precaria, travolta dal consumismo e dal fuoco vacuo delle vanità, oltre che sui segni della ribellione – I particolari

Il Salone dell’editoria sociale è un luogo di incontro tra le organizzazioni del volontariato e del terzo settore, le case editrici che si occupano di temi sociali, le scuole e i lettori. La settima edizione della manifestazione, in programma a Roma (negli spazi di Porta Futuro, nel quartiere di Testaccio) dal 22 al 25 ottobre, ha per tema “Gioventù bruciata. Tra crisi e riscatto”: quattro giorni di incontri, presentazioni, tavole rotonde e discussioni “per ragionare su una generazione precaria, travolta dal consumismo e dal fuoco vacuo delle vanità, oltre che sui segni della ribellione, il passaggio dalla società dell’uguaglianza alla società dell’espulsione”. Proprio a questo passaggio sarà dedicata la lectio magistralis dell’ospite più attesa, la sociologa Saskia Sassen, docente alla Columbia University di New York, introdotta dal giornalista Giuliano Battiston.

Tra le tavole rotonde, da segnalare “Un papa e la sua chiesa”, sulle novità dottrinali e pastorali di papa Francesco; “Miserie dell’università” con – tra gli altri – Daniele Giglioli, Piergiorgio Giacchè e Paola Splendore; “Due o tre cose che so di lei”, sul femminismo oggi, con Bia Sarasini, Roberta Mazzanti, Maria Nadotti; “Utopie digitali. Libertà o nuove schiavitù?” con Carlo Formenti, il collettivo Ippolita e Giuliano Santoro; la nuova “questione meridionale” con Carlo Donolo, Alessandro Leogrande e Mariuccia Salvati. E ancora i diritti, il terzo settore, l’immigrazione, gli strumenti della solidarietà, con ospiti come Luigi Manconi, Giulio Marcon, Grazia Naletto, Giovanni Moro, oltre agli altri due ospiti internazionali: lo storico Donald Sassoon e l’attivista ed ecologista Vandana Shiva. Il legame tra arti e società accomuna diversi eventi: la tavola rotonda su “l’Italia delle diversità”, con scrittori come Nicola Lagioia, premio Strega 2015, e Christian Raimo; l’omaggio allo scrittore e giornalista Luca Rastello; la discussione su “Pulcinella. L’Italia e le sue maschere”, con lo sceneggiatore Maurizio Braucci e il regista Pietro Marcello, autore del film Bella e perduta, preceduto da uno spettacolo di guarattelle di Bruno Leone; l’intervento musicale dei Fratelli Mancuso. La settima edizione del Salone dell’editoria sociale si concluderà con un’intervista di Goffredo Fofi all’attore e regista Valerio Mastandrea.

Tra i protagonisti (e organizzatori) del Salone, Nicola Villa, vicedirettore della rivista “Gli Asini”, collaboratore della rivista “Lo Straniero”, che ci spiega: “Quando decidemmo di organizzare la prima edizione, era il 2009, il nostro intento era quello di far dialogare tra loro due mondi sostanzialmente distanti: quello del sociale, formato dal terzo settore, volontariato e associazionismo, e quello dell’editoria di qualità, rappresentato dalle piccole e combattive case editrici (la vera ricchezza del nostro panorama culturale). Come soggetto di questo mondo del sociale intendevamo, e intendiamo, la nuova figura di militante e operatore erede del cosiddetto “’68 dei cattolici”, capace di rispondere alla crisi della politica e dell’impegno, il cui lavoro è messo costantemente in crisi dal mercato e dalla crisi economica. Le regole che ci eravamo dati organizzandolo erano poche, ma soprattutto avevamo chiaro che cosa non avremmo voluto che fosse il Salone: un altro festival, l’ennesima passerella dei più o meno famosi, più o meno televisivi, un altro riempitivo di tempo libero nelle proposte ‘culturali’ e di intrattenimento della città, nel nostro caso Roma. Quello che avevamo in mente, osando forse e sfidando la logica spettacolare e commerciale dell”evento’, era proprio realizzare una ‘scuola temporanea’, non un contenitore di incontri e presentazione di libri, ma un seminario di quattro giorni abbastanza coerente e incentrato su temi specifici di attualità”.

Quanto all’edizione di quest’anno, “Gioventù bruciata”, nell’anniversario della morte di James Dean, icona e simbolo sociale del passato ancora viva nel presente, ha come sottotitolo “tra crisi e riscatto”, “per specificare, se ce ne fosse bisogno, che la crisi è del mondo degli adulti e di una società che è stata trasformata per sfruttarli e distrarli, una vera e propria congiura contro i giovani, riprendo il titolo dell’ultimo libro del sociologo Stefano Laffi. Un tema che verrà coniugato anche in ottica internazionale scorrendo il programma su www.editoriasociale.info e avrà come ideale chiusura un ricordo dello scrittore e giornalista Luca Rastello, di recente scomparso, esempio più autentico di attivista e intellettuale impegnato di questo nostro presente così ingiusto e gravoso da decifrare. Il suo ultimo romanzo, I buoni (Chiarelettere, 2014), è forse il punto più alto, letterario e di riflessione, di quella ‘editoria sociale’ che abbiamo immaginato in questi anni”.

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