Da Dante Alighieri a Francesco Totti, da Caravaggio a Elsa Morante. Rossana e Francesco Maletto Cazzullo ci raccontano il loro primo libro, “Very Italiani”, viaggio nella nostra identità, attraverso i ritratti di grandi donne e grandi uomini – L’intervista

Cos’hanno in comune Dante Alighieri e Francesco Totti? Santa Chiara e Dario Argento? Caravaggio, forse il più grande pittore mai esistito, ed Elsa Morante, tra le più profonde scrittrici del Novecento? Facile: sono italiani.

“Non pensiamo che Gigi Buffon valga Enrico Fermi, o che Samantha Cristoforetti sia importante come Leonardo (per citare altri protagonisti del libro). Però crediamo che ognuno dei cinquanta personaggi cui abbiamo dato vita possa insegnarci qualcosa. Sono persone di genio, che hanno lasciato grandi tracce di sé. Molte hanno sofferto tantissimo:la passione per la poesia portò Torquato Tasso e Alda Merini in manicomio, mentre Ungaretti si scoprì poeta nelle trincee della Grande Guerra. Artemisia Gentileschi dà alla testa mozzata di Oloferne i tratti del suo stupratore, Bebe Vio è diventata una campionessa nonostante una malattia devastante. Tutti posseggono le qualità che hanno reso grande il nostro popolo: la creatività e l’umanità“. Parola di Rossana Maletto Cazzullo e Francesco Maletto Cazzullo (figli del giornalista del Corriere della Sera), in libreria per Salani con Very Italiani, viaggio nell’identità italiana, attraverso i ritratti di grandi donne e grandi uomini. Ecco la nostra intervista ai due giovani autori.

Come avete scelto i protagonisti del libro?
“Grazie alla nostra famiglia conoscevamo già da prima di iniziare a scrivere le vicende di alcuni dei personaggi: nostro papà ci ha sempre raccontato storie. Storie belle e di coraggio. Abbiamo parlato di molti italiani contemporanei, perché uno dei nostri obiettivi è trasmettere ottimismo. Proprio per questo, abbiamo inserito molti grandi personaggi anche dei giorni nostri, come Renzo Piano, Massimo Bottura, Bebe Vio”.

Come si è svolto il lavoro di scrittura?
Rossana: “Ci siamo divisi i profili, anche perché io vivo a Londra e non avremmo potuto lavorare insieme. Però, man mano, ci mandavamo le pagine che scrivevamo e ci scambiavamo idee. Ho insistito con Francesco perché parlasse di più personaggi femminili: trovo interessante che una grande donna venga raccontata dal punto di vista maschile. E su alcuni personaggi abbiamo lavorato insieme”.

Chi vi ha colpito maggiormente?
Francesco: “La storia di Dacia Maraini. La conosciamo personalmente perché è amica del nostro catechista. La sua è stata davvero una vita travagliata: i genitori si sono rifiutati di giurare fedeltà a Mussolini e sono stati rinchiusi in un campo di concentramento, dove il padre di Dacia si è tagliato un dito e lo ha gettato addosso ai carcerieri, un gesto di sfida, ma anche l’unico modo di protestare che avrebbero capito. Quella della Maraini è davvero una storia straziante”.
Rossana: “A me ha colpito molto la storia di Artemisia Gentileschi: a 17 anni venne stuprata dal suo insegnante di pittura, che lavorava nella bottega del padre. Artemisia denunciò l’episodio e questo è stato il primo processo per stupro documentato dalla storia. Noi abbiamo letto le carte processuali, e abbiamo scoperto che subì numerose torture durante il procedimento: le torsero le dita e fu sottoposta a esami ginecologici pubblici per dimostrare che stava dicendo la verità. Ma Artemisia ha avuto la sua rivalsa nella pittura: per esempio, si è ritratta come Santa Caterina che regge gli strumenti con cui è stata torturata, oppure come Dalila nell’atto di recidere la chioma di Sansone”.

Avete lasciato fuori qualcuno a malincuore?
Francesco: “I grandi italiani sono così tanti che si potrebbe dar vita a una trilogia. Io studio scienze politiche e mi sarebbe piaciuto parlare anche di Agostino Depretis o di Giovanni Giolitti”.
Rossana: “Io amo la letteratura, ci sono tantissimi altri artisti di cui avrei voluto parlare”.

La Storia è un bene comune. Ignorare il nostro passato significa smarrire non solo noi stessi, ma anche il mondo intero. In un momento in cui infiamma il dibattito perché il suo insegnamento e il suo studio sono messi a rischio in scuole e università, cosa suggerite ai vostri coetanei, alla luce del vostro lavoro?
Francesco: “Per migliorare il futuro, bisogna conoscere il passato, che è una grande fonte di ispirazione. Questo libro ha anche lo scopo di delineare i lineamenti del nostro popolo”.
Rossana: “Abito a Londra e lì ho capito che molti pensano che Leonardo fosse francese o che Colombo fosse portoghese, solo perché era salpato dal Portogallo. Non sanno chi sia Dante o Leopardi, e soffro tantissimo a sentire queste cose, non me ne capacito”.

Rossana, come vedi l’Italia ora che sei lontana?
“Mi manca tantissimo. Ho scoperto, stando all’estero, di essere legata all’Italia più di quanto pensassi. La nostra situazione politica non è ben vista e a me spiace. Mi sono impegnata nella scrittura proprio perché si sapesse che esiste un Paese migliore”.

Francesco, come avete lavorato con l’illustratore? E quali immagini ti hanno colpito?
“Con Ivan Canu abbiamo deciso di fare un lavoro di modernizzazione delle figure. Per esempio, nel ritratto di Samantha Cristoforetti, abbiamo inserito cenni a 2001: Odissea nello spazio. A me piace molto come è stato rappresentato Machiavelli e anche Giovanni Boccaccio, che ha l’aspetto di un rapper”.

Che libri suggerireste ai vostri coetanei per approfondire la conoscenza della storia italiana?
Rossana: “Menzogna e sortilegio di Elsa Morante, Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello e Porto sepolto di Giuseppe Ungaretti: mentre leggevo le sue poesie per documentarmi e scrivere la sua storia, mi sono davvero commossa. E a questi tre, aggiungerei anche le poesie di Alda Merini”.
Francesco: “Mastro-don Gesualdo di Giovanni Verga, L’isola di Arturo di Elsa Morante e poi, a pari merito, I Malavoglia di Giovanni Verga e Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa”.

nota: la foto in alto è di Yuma Martellanz

Fotografia header: Rossana e Francesco Cazzulo - foto di Yuma Martellanz

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