Nel “Il pollice del violinista”, saggio sul dna ricco di aneddoti, con il suo peculiare gusto per l’aneddoto scientifico, Sam Kean racconta il fascino della genetica

Parliamo di un imperdibile saggio sul dna, di un libro che offre risposte a domande come: cosa può dirci lo studio del dna sulla morte prematura del faraone Tutankhamon o sulla vicenda di Tsutomu Yamaguchi, il giapponese sopravvissuto a due esplosioni nucleari? Quale combinazione genetica creò le dita straordinariamente flessibili di Paganini? La specie umana è stata sul punto di estinguersi? Può la genetica spiegare l’amore ossessivo di certe persone per i gatti? Perché nascono individui privi di impronte digitali e bambini con la coda?

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Ne Il pollice del violinista, saggio sul dna e la genetica pubblicato da Adelphi, con il suo peculiare gusto per l’aneddoto scientifico, Sam Kean esplora queste e altre questioni, e ci mostra come da qualche parte, nel groviglio di filamenti della doppia elica, si trovino le risposte a molti misteri sugli esseri umani.

La decifrazione del codice genetico non è stata facile, ma grazie a essa gli scienziati sono ora in grado di leggere le storie stupefacenti e vecchie di migliaia (o a volte milioni) di anni scritte nel nostro dna.

Come un antico oracolo che non ha ancora smesso di parlare, il dna sa raccontarci le grandi saghe delle origini e dell’evoluzione della nostra specie, la più dominante che il nostro pianeta abbia conosciuto, e insieme le semplici storie individuali, dimostrando l’impatto decisivo che l’eredità genetica ha sul destino di ciascuno di noi.

Ma non si pensi che il sequenziamento del genoma umano rappresenti un punto d’arrivo. Le nuove frontiere dell’ingegneria genetica aprono prospettive che sono allo stesso tempo affascinanti e terrorizzanti, specie quando lasciano intravedere la possibilità di “modificare la nostra stessa essenza chimica, e di inventare da capo la vita”.

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