“La Gazza” Sara Gazzini sui social è molto seguita, e dal 5 ottobre sarà in libreria con il suo primo romanzo, “C’è chi dice di volerti bene”, dedicato ai consigli d’amore. Qui racconta come Facebook e Instagram hanno “rivoluzionato” il corteggiamento, che ormai, prima di diventare realtà, “deve passare per forza dal virtuale…”. E ricorda i tempi in cui “col cuore in gola” stava ad “aspettare la telefonata del Lui di turno…”

Io me lo ricordo bene quando col cuore in gola stavo ad aspettare la telefonata del Lui di turno, quello che magari avevo conosciuto in discoteca, che mi aveva strappato un limone durante il lento degli Spandau Ballet e a cui, piena di entusiasmo, avevo lasciato il mio numero. E ricordo pure che il telefono in questione era quello di casa e allora non doveva arrivare solo la telefonata che io tanto attendevo, ma pure quella della nonna, del commercialista, dell’amica di mia madre o del collega del papà.

Ricordo pertanto i miei sbuffi di impazienza e le preghiere alla mamma perché lasciasse il telefono libero. Senza contare l’immancabile chiamata all’amica del cuore per farle verificare che la cornetta fosse funzionante.
L’attesa nell’amore è una dimensione essenziale e io di quelle attese ne ho fatto poesia imparata a memoria.

Oggi, e non si parla mica di una che vent’anni li aveva nel ’15-‘18, intendiamoci bene, l’attesa è più o meno la stessa. Ma non si tratta più del telefono di casa che deve squillare, quanto del “Mi piace” su Facebook, del cuore su Instagram o del retweet su Twitter. Sì, perché in questo momento in cui tutti siamo più online che coi piedi per terra, queste sono diventate le principali dichiarazioni d’amore. E allora il like prende il posto della rosa, e il commento al selfie più hot che abbiamo quello del biglietto con la frase romantica.

Sembra impossibile, eppure è così. Perché i social sono la nostra vetrina e se c’è da sculettare non lo facciamo più facendo una ventina di volte le famose “vasche” nel centro della nostra città, ma postando le foto più belle che abbiamo, nell’attesa della reazione del tipo che ci piace e che diventa metro di giudizio e di valutazione del suo interesse e della sua voglia di conoscerci. Perché l’annusarsi, il toccarsi, il guardarsi negli occhi passa in secondo piano. E prima di diventare realtà, il corteggiamento deve passare per forza dal virtuale.
Allora ci ritroviamo a vestirci di tutto punto e a spararci una diretta su Facebook, fingendo di essere in preparazione per la serata più glamour del momento. Nella realtà poi, chiuso il collegamento, ci mettiamo il pigiama con gli orsi e ci strafoghiamo di gelato al pistacchio guardando Titanic, ma ciò che conta è che lui abbia un’altra idea di noi. Perché l’arma per conquistarlo è la vita piena, l’essere social a tutte le ore, e il trucco perfetto nei selfie anche alle otto di mattina.

C’è solo da sperare che, dopo tanta virtualità, resti la voglia di conoscersi sul serio. Senza filtri e senza inutili strategie. A quel punto, forse, dopo il primo appuntamento arriverà il suo tag in una foto che ci ritrae abbracciati seduti su di una panchina. Allora sì che legittimamente si può iniziare a sognare, perché si sa, la taggata non può che essere indice di una storia seria.

Sara Gazzini

L’AUTRICE E IL SUO PRIMO ROMANZO – Sara Gazzini, nata a Firenze nel 1976, lavora in banca. Un ex marito, due figli, un cane e un gatto. Ironica, impulsiva, irriverente, ama scrivere ed è molto seguita online (su Facebook è conosciuta come “La Gazza”).
Il 5 ottobre arriva in libreria per HarperCollins Italia C’è chi dice di volerti bene (che è già prenotabile online). romanzo dedicato ai consigli d’amore, la specialità dell’autrice in rete… Del resto, chi non ha mai desiderato qualcuno che avesse tutte le risposte alle domande su una relazione amorosa? Che sapesse leggere tra le righe di una battuta ammiccante o rispondere a tono a un messaggio ambiguo. Che sapesse quando è giusto crederci. E quando scappare a gambe levate. Caterina, Sveva, Giulia e altre cinque innamorate senza speranze l’hanno trovato. È la massima esperta. Una laurea in psicologia, un master, una sfilza di conferenze. La loro dottoressa è una love coach e per lei l’amore non ha segreti. Per questo ha istituito una terapia di gruppo per Innamorate anonime: per riportare la razionalità nei loro cuori infranti, per insegnare loro l’autoconservazione. Detta anche semplice buon senso. Ma è possibile imparare l’amore dai libri?

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