Nel libro autobiografico “Se cammino vivo – Se di cancro si muore pur si vive”, Andrea Spinelli racconta la sua sfida alla malattia

Nel libro autobiografico Se cammino vivo – Se di cancro si muore pur si vive (Ediciclo), Andrea Spinelli racconta la sua sfida alla malattia: “La parola cancro fa paura”, scrive l’autore, affetto da un adenocarcinoma alla testa del pancreas in stato avanzato e non operabile dall’ottobre 2013, “ma non deve essere un tabù”.Spinelli ci convive da quasi cinque anni, un passo alla volta, ed è proprio il caso di dirlo, visto che per restare in equilibrio, per tenerlo a bada, ha deciso proprio di camminare.

se cammino vivo

Questo antico e naturale modo di muoversi lo fa star bene e diventa il suo modo di ringraziare la vita, nonostante tutto. Dopo la terapia e dopo aver recuperato le forze necessarie, ha cominciato con percorsi brevi; il tragitto casa-ospedale, e poi, pian piano, è passato ai grandi cammini: la Romea Strata, la Via Francigena, il Cammino di Santiago… In mezzo, ci sono stati momenti difficili, i “pit-stop” necessari per riprendere le forze e per sottoporsi ai temuti controlli. Il suo contapassi però aumenta di giorno in giorno e oggi
conta più di 9 mila chilometri, perché “se di cancro si muore, pur si vive”.

L’autore, classe ’73, nato e cresciuto a Catania, dal 2000 vive in Friuli-Venezia Giulia. Nel libro scrive: “Sono arrivato fino all’oceano a piedi e ho un cancro inoperabile. L’ho gridato davanti all’Atlantico e l’oceano mi ha risposto. Mi ha detto: ‘Sei un pazzo, ma non ti fermare’. Il Cammino di ogni malato inizia dal momento in cui è diagnosticata la malattia; poi tocca a noi, solo a noi decidere in che direzione andare, non importa la strada che si fa o dove si va, ma come. Qualcuno l’ha detto molto prima di me: ogni cammino inizia con il primo passo”.

 

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