Romanzo memoir di una libraia americana a Parigi, “Shakespeare and company” di Sylvia Beach racconta la storia di una libreria unica, punto di riferimento di intellettuali e scrittori come Joyce e Hemingway, Gertrude Stein, Ezra Pound e Francis Scott Fitzgerald…

Guardando in volto Notre Dame de Paris e i suoi gargoyle, la libreria Shakespeare and Company si trova sulla destra. Sarebbe difficile a vedersi, piccina com’è, se non fosse per la folla di turisti e curiosi che spesso si trova lì davanti, rendendo molto più facile individuarla. È proprio là, a fianco alla cattedrale, ma dall’altra parte del fiume, davanti all’Île de la Cité, ma oltre la Senna, sulla rive gauche. Oggi sta lì, la libreria, ma non è sempre stato così: aprì i battenti in rue Dupuytren 8 nel 1919 e, nel 1921, si spostò in rue de l’Odéon 12, dove rimase sino alla morte della sua fondatrice, un’intraprendente donna americana di nome Sylvia Beach.

Nata a Baltimora nel 1887, Silvia Beach fu una figura di spicco della vita intellettuale parigina del secolo scorso, soprattutto nel periodo tra le due guerre, quando la libreria era frequentata da scrittori come Ernest Hemingway, Ezra Pound, Francis Scott Fitzgerald, Gertrude Stein e James Joyce, che ne fecero un luogo nevralgico per la letteratura angloamericana a Parigi. Non solo la libreria era un luogo di ritrovo intellettuale, anche la padrona di casa era una figura di riferimento: fu Sylvia Beach a pubblicare l’Ulisse di Joyce a Parigi, nel 1922.

Shakespeare and company Sylvia Beach

Ma la storia di una libreria tanto particolare può essere raccontata solo dalla sua libraia: nel 1956, Sylvia Beach scrisse il memoir Shakespeare and Company (Neri Pozza, traduzione di Elena Spagnol Vaccari, prefazione di Livia Manera), un libro che raccoglie i ricordi della libreria insieme a quelli della donna, e narra tutto quello che potrebbero raccontare quegli scaffali, se solo potessero parlare: Shakespeare and Company si presenta al lettore come una galleria di ritratti, ricca di personaggi e situazioni, vivace, fervida di passioni e di idee.

E pensare che, all’inizio, Sylvia Beach sognava di aprire una libreria francese a New York. Ma gli affitti erano troppo cari, Parigi era splendida, e c’era la bella libraia e compagna di Sylvia, Adrienne Monnier. Così, la giovane americana cambiò idea, e mandò un telegramma alla madre, a Princeton, che diceva così: “Apro libreria Parigi. Prego spedire soldi”. La madre spedì all’incirca 3.000 dollari, e fu l’inizio della Shakespeare and Company, ancora oggi meta di pellegrinaggio per lettori e turisti.

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