Gli smart speaker (cioè gli altoparlanti a comando vocale) sono l’accessorio di elettronica di consumo più in crescita, di conseguenza molti settori, compreso quello editoriale, hanno iniziato a guardare a questi dispositivi, cercando di capire come utilizzarli per sfruttare tutte le loro potenzialità…

Chiedere al proprio smartphone di chiamare un numero in rubrica o di cercare il percorso più veloce per arrivare in un determinato luogo, ormai è diventata abitudine di tutti, o quasi. Secondo un articolo di Business Insider gli smart speaker (cioè gli altoparlanti a comando vocale) sono l’accessorio di elettronica di consumo più in crescita. Sono pratici e facili da utilizzare perché, per attivarli, è sufficiente parlarci: attraverso un sistema di riconoscimento vocale, il dispositivo ascolta le richieste dell’utente e lo assiste nelle sue mansioni quotidiane. Per esempio eseguendo un acquisto online, o cercando gli ingredienti per la ricetta che sta preparando. I primi ad arrivare sul mercato sono stati Amazon e Google (rispettivamente nel 2015 con Amazon Echo e nel 2016 con Google Home), mentre quest’anno è stato il turno di Apple (con HomePod).

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Inevitabilmente molti settori hanno iniziato a guardare a questi dispositivi, cercando di capire come utilizzarli per sfruttare le loro potenzialità. Su Il Giornale della libreria sono comparsi diversi interventi dedicati all’impatto della voce sull’industria editoriale e, più in generale, sull’industria dei contenuti e dell’entertainment. L’editoria, soprattutto quella degli USA, ha già mostrato interesse nei confronti del mercato dell’audiolibro, ma adesso sembra che la nuova frontiera siano proprio gli assistenti vocali virtuali e le nuove possibilità di racconto che dispositivi come questi possono offrire.

Parliamo dell’ultima iniziativa del gruppo editoriale Hachette, che ha raggiunto un accordo con Amazon per collaborare alla creazione di contenuti per Alexa e Echo Dot Kids Edition, un assistente vocale virtuale pensato appositamente per i bambini. Non è un caso che il primo esperimento di questo genere sia rivolto proprio ai più piccoli, nativi digitali, abituati a fruire delle narrazioni in modo sempre nuovo.

Il primo prodotto è Classroom 13 Skill, ispirato alla serie di libri illustrati per bambini di Honest Lee e Matthew Gilbert, The Disastrous Magical Wishes of Classroom 13. Attraverso i comandi vocali, i bambini vivono un’esperienza di “immersive storytelling“, potendo scegliere loro stessi quale avventura iniziare.

Infatti, come sottolinea l’editore Sophie Cottrell, questo prodotto non è assimilabile a un semplice audiolibro: l’esperienza che offre la piattaforma Alexa/Echo non è passiva, come quella dei prodotti audio a cui siamo attualmente abituati, ma interattiva e prevede un coinvolgimento maggiore.

Certo, non si può non pensare ai rischi per la privacy e il trattamento dei dati personali: avere in casa un oggetto che ascolta tutte le nostre conversazioni non è rassicurante, soprattutto considerando che, in questo caso specifico, ci si riferisce a un prodotto destinato ai minori. Ma Cottrel ha chiarito che il prodotto è conforme al Children’s online privacy protection act e che, di conseguenza, Hachette non riceverà alcun dato tramite Amazon.

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