“Il punto è che, quando sei una bambina con i codini e i denti da latte, la sorella maggiore diventa il tuo modello preferito al mondo”. Bianca Rita Cataldi, in libreria con “I fiori non hanno paura del temporale”, racconta su ilLibraio.it l’importanza del rapporto con la sorella maggiore e il suo ruolo fondamentale di amica e complice

Da bambina, di professione, facevo la stalker di mia sorella. Ero esperta in sport estremi quali il mantenermi in equilibrio sul coperchio chiuso del water mentre lei si truccava, l’evitare la ciabatta che mi lanciava ogni volta che le davo fastidio o l’orecchiare le telefonate col fidanzato dietro la porta chiusa della camera da letto dei miei. Io ero bambina, lei aveva dodici anni più di me ed erano gli anni Novanta. Volevo rubarle i vestiti, i gioielli e gli elastici per capelli. Leggenda vuole che una volta le abbia detto “mi raccomando, lasciami tutto quando muori”, ma non sappiamo se sia successo veramente (ho distrutto tutte le prove). Sarà per questo che per farmi perdonare le ho dedicato un libro.

Il punto è che, quando sei una bambina con i codini e i denti da latte, la sorella maggiore diventa il tuo modello preferito al mondo. Può avere l’apparecchio ai denti, dei vestiti orribili e un fidanzato che sembra non lavarsi da un mese, ma è la donna di casa e, al tempo stesso, è la più vicina alla tua età. La mamma, agli occhi di una te bambina, è un modello di tipo diverso: viene da un’altra epoca, non va a ballare la sera e le tremano le gambe dopo un sorso di China Martini. Le zie sono epiche e diventeranno le tue migliori compagne di sigarette sul balcone, ma manca ancora qualche anno per quello. Poi c’è la nonna che guarda la messa su Tele Radio Buon Consiglio e ti fa vincere a scopa per darti cinquanta centesimi. Insomma, lo vedete da voi che tutto ciò che resta è la sorella maggiore.

Il rapporto tra sorelle è la sintesi perfetta tra l’amore materno e l’amicizia tra donne. Si trasforma di continuo, oscilla tra un estremo e l’altro e si allunga e restringe come un elastico col passare del tempo. Tua sorella era la persona che ti asciugava i capelli dopo averteli tinti di biondo paglia per “fare un esperimento”, che ti spalmava il Lasonil sul ginocchio dopo la caduta da bicicletta e che ti diceva “soffia” nel fazzoletto. Era quella che ti veniva a prendere dal catechismo con le ciabatte e poi per tre ore ti ripeteva “certo che potevi dirmelo che il catechista era carino”. A un certo punto, però, tua sorella diventa qualcos’altro. Inizia a chiederti cosa ne pensi del suo fidanzato, cosa faresti al posto suo, come le sta la minigonna di jeans. Improvvisamente, non sei più una bambina, ma una pari la cui opinione ha un peso. Adesso puoi dirglielo, che il suo fidanzato non si lava i capelli. Puoi rubarle i gioielli senza aspettare la sua dipartita e fumare con lei sul balcone della casa di nonna. Eri come una figlia, adesso sei come un’amica. Più di un’amica, perché non ci saranno mai invidie a separarvi e, anche se probabilmente vi prenderete per i capelli ogni tre giorni, finirete a far pace ridendo e prendendovi a parolacce.

Mia sorella ce l’ha a morte con me perché le ho dedicato il mio romanzo. Dice che mezza Italia penserà che quella storia sia proprio la nostra, cosa che ovviamente non è vera. Tanto per cominciare, lei non ha i capelli rossi come Corinna e ha un accento barese mica male, altro che Bologna! Mi ha telefonato a Dublino tempo fa per dirmi “Dai, non fare la scema, che cosa diranno di noi?”. Già, che cosa diranno di noi? Chi se ne importa. Lei sarà sempre la mia mamma giovane, la sorella maggiore, l’amica più matura che ho. Io sarò sempre la piccola coi codini, la ladra di gioielli, la suonatrice di chitarre di plastica gialla. Per questo ho lasciato che si lamentasse da sola al telefono e ho scritto sulla prima pagina del romanzo l’unica dedica possibile: A Elisa, mia sorella.

bianca rita cataldi i fiori non hanno paura del temporale

L’AUTORE E IL LIBRO – Bianca Rita Cataldi , classe ’92, è  laureata in Filologia Moderna a Bari e frequenta il Conservatorio. Editor, consulente editoriale, è finalista al premio Campiello Giovani 2009. Il suo romanzo d’esordio è Il fiume scorre in te (Booksprint), seguito poi da Waiting room (). I fiori non hanno paura del temporale (HarperCollins Italia) è il suo terzo romanzo.

Bologna 1997. Capelli rossi, lentiggini, diciassette anni di occhi d’acciaio. Corinna non conosce suo padre, che ha abbandonato la madre subito dopo il parto. C’è poi Serena, sette anni, sorellastra di Corinna: ha un grande desiderio: fare in modo che sua sorella la consideri, almeno un pochino, e la smetta di nascondersi dietro le pagine di un libro o di evitare di ascoltarla con la scusa del walkman. La loro vita viene sconvolta quando Corinna riceve uno strano pacco, contenente oggetti solo in apparenza scollegati tra loro: l’ultimo regalo del padre, morto in un incidente. I fiori non hanno paura del temporale è una caccia al tesoro insieme a Serena; perse tra le vie di Bologna, le due sorelle andranno in cerca dei ricordi perduti, delle radici di Corinna e della propria strada nel mondo.

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