Su ilLibraio.it la riflessione di Gino Roncaglia, tra i massimi esperti di digitale in Italia, in occasione della conclusione del progetto europeo “The Living Book”. Protagonista la lettura aumentata, usata come strumento per approfondire e allargare l’esperienza di lettura attraverso l’integrazione fra la forma-libro e la grande varietà di risorse informative disponibili in rete…

Il 6 e 7 giugno, nell’aula Volpi dell’Università di Roma Tre (via Castro Pretorio 20, Roma), si svolgerà l’incontro conclusivo del progetto europeo The Living Book, organizzato dall’associazione Forum del Libro e del quale ho già avuto occasione di scrivere su ilLibraio.it. L’incontro – che è aperto al pubblico: chi fosse interessato può registrarsi gratuitamente partendo da questa pagina – ha al centro l’idea di lettura aumentata, usata come strumento per approfondire e allargare l’esperienza di lettura attraverso l’integrazione fra la forma-libro e la grande varietà di risorse informative disponibili in rete.

Una strategia pensata soprattutto per le giovani generazioni e la lettura scolastica (il progetto si rivolge a ragazze e ragazzi fra i 9 e i 15 anni di età), ma potenzialmente molto interessante, credo, anche per i lettori adulti.

Come realizzare, concretamente, questo collegamento?

Di fatto, i lettori forti sono spesso già abituati alla lettura aumentata: incontriamo nel libro che stiamo leggendo un personaggio storico, e andiamo in rete per capire di chi si tratti; incontriamo un luogo, e ne cerchiamo una mappa o una fotografia; incontriamo un riferimento musicale, e ascoltiamo il brano corrispondente. Si tratta di pratiche che i lettori forti sanno (o dovrebbero saper) gestire: conservando il filo della lettura, e nel contempo sfruttando l’enorme quantità di occasioni di approfondimento che la rete offre.

Per darne un esempio, partirò da un libro che ho molto amato da ragazzo e che probabilmente pochi dei lettori di questo intervento conoscono: La nuvola nera (The Black Cloud), un romanzo di fantascienza abbastanza atipico – anche per l’estrema attenzione alla verosimiglianza scientifica – pubblicato nel 1957 da uno fra i maggiori astronomi inglesi del secolo scorso: Sir Fred Hoyle.

nuvola nera

Figura 1 – La copertina della prima edizione italiana (1958) de “La nuvola nera” di Fred Hoyle

Non svelerò la trama del romanzo (che merita la lettura), ma mi soffermerò su un particolare: alla singolare intelligenza extraterrestre con la quale gli scienziati protagonisti del libro entrano in contatto vengono fatti ascoltare degli esempi della nostra produzione musicale, che includono la sonata per pianoforte n. 29 op. 106 di Beethoven, nota come Hammerklavier. Uno dei capolavori assoluti non solo di Beethoven ma dell’intera tradizione musicale occidentale.

La reazione è singolare: l’interlocutore alieno chiede di riascoltarne il primo tempo a una velocità accelerata del 30%. E gli scienziati si rendono conto che si tratta esattamente del tempo indicato sullo spartito da Beethoven: un tempo che ha sempre lasciato perplessi interpreti e critici, talmente veloce da renderne impossibile il rispetto anche da parte dei pianisti più abili.

È difficile leggere questo passo (che ha una complessità narrativa ben maggiore della rapida sintesi possibile in questa sede; per una sintesi appena più sviluppata – e con qualche spoiler in più – si può vedere questa pagina) senza provare il desiderio di ascoltare la sonata di Beethoven… e di ascoltarla eseguita rispettando le originali indicazioni dell’autore. Cosa quasi impossibile prima dello sviluppo del digitale e delle reti: sarebbe stato necessario disporre di una registrazione su nastro o su disco e di un registratore o di un giradischi in grado di permettere un controllo tutt’altro che banale della velocità di riproduzione. Il lettore pre-digitale del romanzo si sarebbe dovuto accontentare di una buona incisione tradizionale del brano.

Oggi la situazione è diversa: basta una rapida ricerca in rete per scoprire questo video di YouTube, che – proprio in omaggio al libro di Fred Hoyle – offre (temo violando in almeno un paio di modi diversi i diritti d’autore dell’interprete…) una versione accelerata esattamente del 30% di una delle esecuzioni più famose della Hammerklavier, quella di Svjatoslav Richter.

Ovviamente la soluzione non è del tutto soddisfacente: non trattandosi effettivamente di un’esecuzione che rispetti il tempo originale ma di una esecuzione più lenta, artificialmente accelerata, il suono del pianoforte è distorto. Ma il lettore ha indubbiamente un’occasione in più per capire meglio i riferimenti del brano, esplorandone una dimensione intertestuale di particolare fascino. E chissà che a qualcuno non venga in mente di realizzare un’esecuzione via software (oggi è possibile anche questo) che non presenti i problemi della registrazione accelerata… e che rispetti i diritti d’autore.

Dare strumenti e metodi per “esplorazioni” on line come questa, finalizzate ad approfondire e allargare l’esperienza di lettura, è stato uno degli scopi principali del progetto The Living Book. E sono esattamente questi strumenti e questi metodi – compresa la piattaforma The Living Library – che saranno illustrati il 6 e il 7 giugno, partendo dalle molte esperienze concrete fatte nelle scuole dei paesi partner (in particolare Cipro, Estonia, Portogallo, Romania, e in Italia alcune scuole del vicentino).

Con l’occasione, sarà presentata anche la terza serie del programma di RAI Cultura Invito alla lettura, dedicata proprio alle biblioteche scolastiche e alle applicazioni in quell’ambito dell’idea di lettura aumentata. E si parlerà anche della possibilità di “aumentare” gli ambienti di lettura, partendo da esperienze fatte da alcune laureande del Politecnico di Milano. Con, in conclusione, un esempio di lettura aumentata meno digitale, anche se favorito dall’uso della bella app Appasseggio (che vi consiglio di cercare sugli store online): una passeggiata nel quartiere di S. Lorenzo, alla ricerca di luoghi e suggestioni presenti nel romanzo La Storia di Elsa Morante.

 

L’AUTORE – Qui tutti gli articoli scritti da Gino Roncaglia per ilLibraio.it

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