Marco Zapparoli, editore di Marcos y Marcos, racconta su ilLibraio.it “L’ombrello di Nietzsche”, il nuovo libro dello scrittore svizzero Thomas Hürlimann, oltre a una serie di aneddoti editoriali legati a questo autore

Primavera 1981: in una decina di generose librerie milanesi, spesso a pochi centimetri dalla cassa, appaiono i primi libri marcos y marcos. Libri… parolone. Fascicolini di 16 facciate. Ma su carta preziosa, numerati. Prezzo lire mille.

Primavera 1981: in centinaia di librerie in Svizzera, Austria, Germania, esce il primo libro di un editore di Zurigo: Amman Verlag. Carta altrettanto preziosa, grafica non dissimile dalla “marcos”. Ma è un libro vero e proprio. Titolo: La Ticinese. Autore: Thomas Hürlimann. Successo da classifica. L’elegante raccolta di racconti che battezzano l’esordio del giovane filosofo vende 60.000 copie in 9 mesi. Per l’editoria di proposta tedesca, un trionfo.

Thomas Hürlimann

Tre anni dopo, Amman e Marcos y Marcos si conoscono, e in una Frankfurter Buchmesse a temperatura sotto zero fanno amicizia. Egon Ammann proclama con fierezza: “la Milva” è impazzita per questo libretto, ne ha anche letto un pezzetto ad alta voce in un teatro qui a Zurigo.

I racconti sono bellissimi, perché mai non proporli anche in Italia? Passa un anno, e anche Marcos y Marcos, che nel frattempo ha preso a stampar libri veri, lo diffonde. Il miracolo non si ripete. E Garzanti si tuffa sul libro successivo.

Thomas Hürlimann

Il tempo vola, Hürlimann in Svizzera entra nella cerchia dei Grandi, e viene il giorno in cui sforna Signorina Starck: una perpetua sexy, un teologo molto tentato, una biblioteca che incanta. Una storia arguta e pepata e che fa gola… un autore che fa ritorno all’editore che per primo ha creduto in lui.

Thomas viene invitato al Salone di Torino, si presenta con zainetto pieno di mappe di montagna. A cena, magnifica gatti, sentieri, rivelazioni filosofiche. Gite in Engadina, puntate sui ghiacciai a un passo da supremi pilastri di granito. Vien da mettersi su strada, imitarne le avventure, nel frattempo bersi birre e ascoltarlo raccontare. Con lui, anche i volteggi filosofici più aspri si distendono in pensieri chiari, sorprendenti e, come la signorina Starck, eccitano neuroni un po’ impigriti.

Non ha mai smesso di andar via così, nel suo modo di scrivere, Thomas: un tanto al pensiero, un tanto al prato o al cielo – azzurri o in burrasca – il resto all’aneddoto o alla trama, secondo l’occasione.

Sono passati 36 anni, ed ecco affacciarsi per i banchi de’ librai un librino fresco fresco che pare nato da quei racconti, cresciuto in una Facoltà di altissimi studi filosofici, maturato tra le cure di una meticolosa traduzione, che certamente ha richiesto a Mariagiorgia Ulbar attenzioni, verifiche, meditazioni.

Un viandante sorpreso da una improvvisa tempesta in Engadina che si arrende agli elementi: Nietzsche. Un gatto che indica il sentiero, e insegna al suo padrone – Hürlimann – a camminare senza meta, cogliendo in ogni foglia, in ogni rivolo d’acqua la vita che si trasforma.

Un momento cruciale, sospeso fra vita e oltre la vita, che dona lo splendore, il lampo dell’eternità terrena.
Sotto l’ombrello rosso della copertina nera, in questo nuovo libro, in questo denso Ombrello di Nietzsche con poche righe si vola proprio lontano.

 

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