“Geometrie di un panorama sconosciuto” di Vendela Vida inzia con un viaggio. La protagonista del romanzo parte per allontanarsi dalla sua vita, in un momento di crisi. Ma arrivata a Casablanca, a partire dal furto dei suoi documenti, avrà l’inattesa possibilità di cambiare vita, abbandonando la sua vecchia identità per diventare un’altra persona

Geometrie di un panorama sconosciuto (Neri Pozza) è il quinto romanzo (il secondo tradotto in Italia) della scrittrice americana Vendela Vida, moglie di Dave Eggers. Con And now you can go e Let the Northern Lights Erase Your Name (Le luci del nord cancellino il tuo nome) compone una trilogia dedicata a donne che devono affrontare crisi esistenziali, legate a episodi di violenza e sentimenti di rabbia.

vendela vida

Che cosa può fare una giovane donna profondamente ferita negli affetti più cari, se non partire per mete lontane, lontanissime dalle persone e dai luoghi all’origine dei suoi problemi? È quanto fa la protagonista creata da Vendela Vida. Un trolley blu, un anonimo zainetto di tela nera, un biglietto aereo per Casablanca in tasca, e via dalla Florida, via da una sorella gemella che si è rivelata un doppio cattivo di se stessa, via da un marito che ha mostrato un volto ancora peggiore. Casablanca, però, è una città in cui le avversità – quelle circostanze che, secondo un noto pensiero, ci insegnano a “farci uscire da noi stessi” – sono all’ordine del giorno.

La trama in cui Vendela Vida coinvolge la sua protagonista e il lettore, si rivela sempre più una – affascinante e inquietante – esplorazione del mistero dell’identità.

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Tutto ha inizio al bancone dell’anonimo albergo dove la giovane donna si reca per prendere possesso della camera prenotata poco prima di partire per il Marocco. Il tempo di appoggiare lo zaino sul trolley, di allungarsi verso il bancone, di riempire il modulo con i dati del passaporto, per fare un’agghiacciante scoperta: lo zainetto di tela nera non c’è più. Volatilizzato con portatile, portafoglio, carte di credito, contanti, macchina fotografica, beauty e tutto il necessario per sopravvivere in un paese straniero.

Un’innocente menzogna, affiorata alle labbra giusto per far colpo sulla polizia – “Io sono una giornalista, una giornalista del New York Times” – dà il via a un crescendo tale di equivoci, bugie e fraintendimenti da generare un autentico carosello di false identità, doppi, travestimenti.

Impadronendosi dell’identità di una giovane donna americana con i capelli castani lisci, gli occhi verdi e una vaga somiglianza con lei (identità che, per quieto vivere, la polizia marocchina le procura), diventa una stand-in, una controfigura di una famosa attrice hollywoodiana e viene coinvolta in una liason con relativo scandalo da rotocalco e ricatto.

Vendela Vida ha una scrittura capace di concentrarsi su piccoli eventi comuni, che potrebbero passare inosservati e invece si espandono diventando il motore della vicenda narrata. Una caratteristica che ha spinto Sarah Ditumrecensendo il libro per The Guardian – a paragonare Vendela Vida a Katherine Mansfield.

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