In versione giudice di X Factor Manuel Agnelli ha vinto perché è rimasto se stesso, nel bene e nel male, e davanti alle telecamere non ha smarrito sincera arroganza, serietà mista ad antipatia e approccio rock e disturbante – Il ritratto

In versione giudice di X Factor Manuel Agnelli ha vinto perché è rimasto se stesso, nel bene e nel male, e davanti alle telecamere non ha smarrito sincera arroganza, serietà mista ad antipatia e approccio rock e disturbante. Ha convinto, e la cosa ci fa piacere, quel “popolo dei social” a cui non ha mai ammiccato e, soprattutto, ha zittito, e ci fa ancor più piacere, le critiche ineluttabili giunte dal cosiddetto vecchio “mondo indie”, dal quale ormai da anni si sente distante: “L’avevo scelto perché per me indie voleva dire libertà: non solo di fare la musica che volevo. Ma quell’ambiente è cambiato radicalmente, è diventato conformista, di più: fascista. Ci sono le tavole della legge: devi comprare quella chitarra, usare quel suono, dire certe cose. L’alternative rock è stato svuotato dei suoi significati, è diventato moda, così come prima è successo al punk, alla new wave, al grunge. Ormai è solo una schiera di fighetti che vivono con i genitori e hanno scelto un costume, e se tu non lo indossi sei uno sfigato. E io ho 50 anni e non ne posso più”. Come dargli torto?

“È il vostro conformismo da anticonformisti che non sopporto”. O ancora: “Mi piace che il pubblico ti odi”. C’è tutto Manuel Agnelli in questi giudizi lapidari, scelti tra quelli che si sono ascoltati nel corso della prima puntata del talent targato Sky. In fondo non ha mai amato giocare a fare il ribelle, il leader degli Afterhours, padre da qualche anno. È così, lo è sempre stato.

E chissà se in queste ore starà tornando con la memoria ai primissimi anni della sua carriera: prima di diventare il punto di riferimento indiscusso e inattaccabile del rock italiano, la band milanese ha dovuto lottare parecchio, incassando più di un no. E ai tempi non c’erano né i social né YouTube né i talent. Ci volevano grandi canzoni e tanta fortuna e ostinazione.

Il nostro, tra l’altro, dimostra di avere ben chiaro come andrà a finire questa parentesi di ribalta socialtelevisiva. Alla vigilia ha infatti chiarito: “Ogni tanto guardavo X Factor e mi piaceva moltissimo Morgan, ma non diventerò il nuovo personaggio nazional-popolare. Lui è molto più bravo di me in tv e io sono troppo antipatico. Al massimo diventerò famoso, ma per poco”. Sì, andrà a finire così, per fortuna sua e di chi ha amato spesso, e rispettato, sempre, l’approccio alla musica e al successo di Manuel Agnelli.

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