Citazione da "Vitória Velluno e la classe dei misteri" di Alessandra Tabaro

«Nereo allungò una mano verso la guancia di Vic. «Mi chiedo se… al diavolo!» All'ultimo, si tirò indietro. Vic lo interrogò con lo sguardo. «Sto perdendo il controllo. Cose semplici, che ho sempre fatto, non mi riescono più.» Il fantasma appoggiò una mano alla roccia e il momento dopo vi affondò dentro fino al polso. «Be', ti riesce ancora bene attraversare gli oggetti», disse Vic, «ha sempre dell'incredibile vedertelo fare.» «Per me no. È semplice come respirare. Ma con te è diverso», disse voltandole le spalle. «Solo con me non ci riesci?» Vic gli andò incontro, ma Nereo non le rispose. Rimase girato dall'altra parte. Vic si trovò davanti la schiena del fantasma; la coda di capelli legati dal laccio nero era ancora zuppa, attraversata da sottili rivoli d'acqua. «Per questo mi sei venuto addosso alla partita… il tuo problema sono io?» Nereo si voltò a guardarla. Sembrava gli costasse fatica. «Il problema sei tu… sei sempre stata tu.» »

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