Sinossi
"Siamo storie, siamo le storie a cui abbiamo appartenuto, siamo le storie che abbiamo ascoltato. E infatti Maggiani ascolta. Ascolta il fiume di voci che si leva nel canto della nazione che avremmo potuto essere e che non siamo, le voci di un popolo rifluito dentro l'immaterialità della memoria. Si insinua nelle pieghe della vita apparentemente ordinaria dei suoi personaggi e racconta. Racconta di una madre e di un padre che si spengono portando con sé, prima nella smemoratezza e poi nella morte, un mondo di certezze molto concrete: la cura delle cose, della casa, dei rapporti parentali. Rammenta la fatica giusta (e ingiusta) di procurarsi il pane e di stare appresso a sogni accesi poco più in là, nella lotta politica, nella piana assolata quando arriva la notizia della morte di Togliatti. Racconta, allestendo un maestoso teatro narrativo, della costruzione dell'Arsenale Militare: un cantiere immenso, ribollente, dove accorrono a lavorare ingegneri e manovali, medici e marinai, ergastolani e rivoluzionari, cannonieri e fonditori, inventori e profeti, cuoche e ricamatrici, per spingere avanti destini comuni, avventure comuni, speranze in comune. Racconta di come si diventa grandi e di come si fondano speranze quando le speranze sono finite. Mai si era guardato negli occhi di un padre così a fondo per domandare una sorta di muto perdono, più grande della vita. Nella mitica contea di Maurizio Maggiani ci siamo tutti, a misurare quanto siamo stati, o meno, 'fondatori di nazioni'."
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- Pagine: 297
- Data di uscita: 12-01-2017
Recensioni
Mio nonno è nato a San Terenzo, a un passo da Lerici. Quando gli ho parlato di questo libro gli ho detto che si racconta di Spezia, della costruzione del grande Arsenale di cui lui è sempre andato molto fiero. Si racconta delle moltitudini che si sono radunate nel cuore del Golfo per lavorare alla f Leggi tutto
Il libro mi è piaciuto poco e tuttavia non avrei rinunciato a finirlo. Per metà è triste, decisamente autobiografico, sempre di assistere ad una seduta da uno psicoterapeuta (Forse sistemico o più probabilmente lacaniano). L'altra metà l'ho trovata noiosa, sarà perché la storia non mi appassiona. Tu Leggi tutto
Quelle due parolone nel titolo, con le maiuscole, Romanzo e Nazione, di primo acchito hanno dell'esagerato. Poi, in corso di lettura, si conviene che Maggiani affronta questa volta un tema effettivamente grande: intanto premette che le Nazioni le costruiscono i popoli, che sono fatti di persone perl Leggi tutto
Mi ha un po' delusa e l'ho trovato un tantino inconsistente. Parte abbastanza bene anche se, per come è costruito e scritto, è un tipo di romanzo che va letto con una certa continuità perchè, altrimenti, si fa fatica a recuperare il filo del discorso. Poi, però, si perde in considerazioni e in una c Leggi tutto
Due e mezzo/ tre meno Devo dire che mi aspettavo qualcosa di leggermente diverso da questo libro, forse la quarta di copertina mi ha un po' tratto in inganno. Nonostante non sia il primo libro di Maggiani che leggo, devo dire che in questo caso mi sono più volte forzato per andare avanti nelle pagine Leggi tutto
Un libro bellissimo, come pochi in questi anni (e non è il primo di Maggiani), in cui si racconta - in maniera onesta, commossa, partecipe, sofferente, problematica - la storia della Nazione: cioè la storia di tutte e tutti noi. La storia di chi ha creato la Nazione con le proprie mani, con i propri Leggi tutto
Tra il metaromanzo e il saggio storico, riesce a non essere nessuno dei due: temi complessi buttati superficialmente, letture storiche molto discutibili. Sembra che dovesse per forza scrivere un romanzo senza avere veramente materiale per scriverne uno e quindi in qualche modo si è dovuto ingegnare Leggi tutto
Avevo delle aspettative un po' diverse su questo libro. Mi immaginavo una specie di "Quarto stato" di Pelizza da Volpedo, e invece ho faticato a mantenere una visione di insieme che mi facesse apprezzare la storia. Ben scritto, ma poco organico, a mio avviso
"La gran parte dei romanzieri difetta in generosità, pensano di avere una limitata disponibilità di tempo e di pagine, pensano di dover fare in fretta. Così consumano il loro genio ad architettare meccanismi di straordinaria complicazione perché tutto fili liscio e in fretta fin dove vogliono arriva Leggi tutto
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