

Sinossi
Per l'ideologia oggi in voga la disumanità del lavoro taylorista e fordista ha semplicemente smesso di esistere. Non c'è posto per lavoratori alienati e sfruttati, per un lavoro devastante, senza senso né anima, nella grande narrazione del neoliberismo. Qui dominano soltanto il benessere psicofisico, la partecipazione emotiva ed etica, l'espressione e la conquista di sé, insomma l'autonomia e la felicità di chi produce e consuma. Il libro di Danièle Linhart smaschera questa maniera apparentemente più umana di far lavorare i propri dipendenti. Perché si tratta di un dispositivo manageriale che, con mezzi e retoriche diversi, persegue ostinatamente gli stessi obiettivi del taylorismo e del fordismo: la sottomissione e l'assoggettamento. Attraverso la riduzione dei lavoratori non più a pezzi di un ingranaggio, ma a individui soli e vulnerabili, troppo e nient'altro che umani, incitati alla competizione, all'autosfruttamento e alla servitù volontaria. Una continuità d'intenti e ossessioni che le classiche letture del postfordismo spesso mancano di cogliere.
- ISBN: 8857575217
- Casa Editrice: Mimesis
- Pagine: 166
- Data di uscita: 22-04-2021
Recensioni
Saggio che mette in luce le dinamiche lavorative che contraddistinguono i nostri tempi con lucidità e precisione. (Il testo fa riferimento per lo più al contesto francese) La tesi di Danièle Linhart si sviluppa a partire dal concetto di “umanizzazione”del lavoro che vede come protagonista non più il Leggi tutto
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