

Africo. Una cronaca italiana di governanti e governati, di mafia, di potere e di lotta
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Sinossi
"Africo è il nome di un paese montano che una alluvione, nel 1951, travolse in una frana di terra e di pietre e rese inabitabile. In questo libro di Corrado Stajano si racconta la storia di una comunità di contadini e di pastori che un diluvio sradicò e costrinse a migrare in un nuovo Africo, sorto dal nulla in riva al mare. Un evento quasi impercettibile, tra i mille che la cronaca italiana accumula sospesi tra catastrofi bibliche e tecnologie ad alto rischio, smottamenti, terrore organizzato, degradazione sociale, malgoverno. Ma con questa particolarità: che nella sua "dinamica", come direbbe il verbale di un brigadiere, la vicenda di Africo illumina di una luce improvvisa i segreti di una cultura e di un modo di vita, i rapporti tra sudditi e potenti, tra società locale e governo centrale, e l'inganno e la sopraffazione che stanno alla base di un patto sociale coatto; e insieme, nonostante tutto, la speranza e la volontà di opposizione e di lotta di gruppi e di singoli il cui coraggio solitario sollecita qualcosa di più della nostra ammirazione. Questo libro - storia politica, narrazione, testimonianza, documento, inchiesta - non è soltanto il racconto corale di un paese che sembra inventato e invece è minuziosamente vero, denso di drammi e di conflitti, popolato di personaggi che sembrano romanzeschi: preti, ribelli, capimafia e uomini faticosamente maturati alla politica". (Giulio Bollati)
- ISBN: 8842821446
- Casa Editrice: Il Saggiatore
- Pagine: 190
- Data di uscita: 03-09-2015
Recensioni
Se Cristo si è veramente fermato ad Eboli è perché forse sapeva che ad Africo sarebbe subito morto di crepacuore. Il libro di Stajano, a metà tra un testo di denuncia ed un fine compendio giornalistico, affronta con la consapevolezza della lotta di classe il male atavico di una terra come la Calabri Leggi tutto
Stajano racconta un territorio per raccontare la ndrangheta. Un'inchiesta giornalista molto ben documentata. Ce ne fossero di libri così a denunciare le storture di molti altri territori.
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