Sinossi
C'è un'adolescenza "spensierata e forse banale e forse scontata", e poi c'è la malattia che all'improvviso divora tutto. Alla fine di quello smarrimento, Chiara - la protagonista di questo romanzo, il primo di Chiara Gamberale, che dell'autrice porta il nome e il cognome - sente che per riemergere, per ritrovare il filo dell'identità, non deve insistere a guardare in faccia il buio, ma piuttosto spostare lo sguardo sulle persone che la circondano. Perché non ci esauriamo nel nostro dolore, anzi: forse la nostra vera essenza continua ad agitarsi ai bordi del dolore, che nel caso di Chiara è quello di una terribile forma di anoressia e bulimia, "un dolore lungo e magro, in bianco e nero". Così, è un teatro dell'assurdo quello in cui il lettore entra all'urlo di "bisogna essere intensi", una girandola di sogni, amicizie, paure, buio che fa capolino da una sensibilità spiccata e originalissima. Chiara appare attraverso i legami con gli altri, che sia la scrittura dei diciotto diarietti riempiti insieme a Cinzia sui banchi di scuola o l'amicizia quasi d'amore con Emiliano, che sia la professoressa Ricca del liceo Socrate oppure il cane Jonathan, a cui "importa solo che io sia e ci sia". Gli anni dell'adolescenza scorrono attraverso una scrittura che rivela in controluce tutta la sofferenza, la fatica di vivere che riempie ogni storia di senso e di gratitudine.
- ISBN:
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- Pagine: 142
- Data di uscita: 31-10-2018
Recensioni
Ragazza impaccata di soldi perde la bussola perché trooooooppppo dotata e te la mena per cento pagine di diario segreto. Interessanti, almeno? Quanto può esserlo un'estenuante diarrea verbale fatta di aucompiacimento, citazioni scontate e camei della cricca del tempo che fu. Evitabile.
E poi boh, pensi di star leggendo un libro che parla di una ragazza e i suoi problemi alimentari, e invece ti ritrovi a sorbirti le pare adolescenziali di un’egocentrica presuntuosa che pretende di definirsi letterata. Una vita sottile mi ha ricordato un po’ Tutto il pane del mondo: opera biografica, Leggi tutto
Si perde tra i passi, tra la smania di voler conquistare non so cosa. Non mi ha catturato, anche se il dolore c'è, il modo in cui è scritto lo camuffa un po' tanto. Forse avrei preferito anche evitare di leggere e rileggere frasi sulla propria bravura nella scrittura. Una persona che è sicura di ess Leggi tutto
E anche questo libro della Gamberale mi è piaciuto. Non quanto gli altri suoi che ho letto, ma secondo me è un ottimo esempio della sua grande scrittura (e quindi ci sta come libro di esordio). Inutile dire che ho sottolineato molte parti. Penso però che la trama sia fuorviante, all'inizio infatti av Leggi tutto
Mi dispiace molto perché dalla trama mi aspettavo un libro importante sui dca, sul racconto in prima persona di una tematica così importante e cruda. Invece l'ho trovato lento, un lento racconto di persone che l'autrice incontra (idea che poteva essere molto innovativa sotto il punto di vista della n Leggi tutto
Ho fatto un po' fatica a terminarlo.... Mi ha spronato l'idea di averne già un altro pronto da leggere. Mi sembrava un resoconto di amicizie di una ragazza di CL, l'ultima parte è un po' più interessante e scorrevole.
Fatta eccezione per il primo capitolo e gli ultimi due, questo libro non ha motivo di esistere.
Montata, che sicuramente avrà anche lottato con i disturbi ma questo diario pieno di nulla se lo poteva anche risparmiare. Ma letterata di che?
Penso che il libro di per se sia carino, facile e veloce da leggere, eccetto alcuni punti dove il filo del discorso si perde in un mucchio di paroloni senza senso. Mi è piaciuto il viaggio all’interno delle persone che la stessa Gamberale ha incontrato nella sua vita; credo che evidenzi bene l’idea Leggi tutto
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