Nella mia carta d’identità non c’è scritto “S.Z. Strand” ma il resto della biografia stampata nella bandella del mio libro dice la verità: sono nata e cresciuta in spiaggia (a Cagliari, quando il Poetto aveva ancora la sabbia fine e bianca come farina), ho imparato a leggere poco prima di iniziare le scuole elementari e ho sempre sofferto di insonnia.
Se vi chiedete cosa spinge una bambina di cinque anni ad affaticarsi gli occhi sopra un libro prima del tempo, la risposta è semplice: orgoglio. Tutti attorno a me sapevano farlo e quindi dovevo farlo anch’io. Ho imparato di nascosto, spiando mio fratello ed esercitandomi da sola fino a sentirmi abbastanza sicura da annunciarlo al mondo, pronta a dar prova di quello che dicevo, se necessario.
Leggere, per me, è stato prima di tutto una conquista, qualcosa di cui vantarmi. Forse per questo ho sempre associato sensazioni positive alle pagine stampate. Se ho continuato ad amare i libri si deve però alle persone che mi hanno accompagnato in quei primi anni da lettrice, i miei genitori e gli insegnanti più di chiunque altro: adulti con abbastanza lungimiranza da conoscere la differenza fra consigliare, guidare e imporre.
Troppo spesso si parla della scuola per metterne in luce le mancanze, indicarne i difetti, dimenticando tutto il bene che, nonostante le imperfezioni, i mezzi spesso insufficienti e i limiti imposti dall’esterno, riesce a fare ogni giorno. È fra i banchi di scuola che, oggi come ieri e, con un po’ di speranza, domani ancora di più, i bambini entrano in contatto con le storie, i libri e i loro autori. E, molto spesso, se ne innamorano. Grazie all’impegno e alla passione delle persone che ci lavorano, la scuola sa essere un luogo magico, capace di trasformare bambini svegli e curiosi in adulti colti e consapevoli che non rinunciano allo stupore e ai sogni.
In questi spazi io ho coltivato il mio: poter far parte, un giorno, di quella schiera di narratori che mi facevano viaggiare con la fantasia, mi insegnavano il mondo dentro e fuori di me e mi rendevano felice. Oggi che è diventato realtà mi sento in dovere di rendere qualcosa alla città e alle scuole che mi hanno dato tanto. Ho deciso di farlo con una piccola donazione: regalando una copia del mio romanzo a tutte le scuole elementari e medie della mia città natale affinché possa far parte delle loro biblioteche.
Con la speranza che i piccoli lettori che oggi cercano la meraviglia fra gli scaffali possano avere la stessa fortuna che ho avuto io.
L’AUTORE E IL LIBRO – S. Z. Strand ha 29 anni e, pur essendo nata e cresciuta in spiaggia, non ha ancora trovato un antidoto al mal di mare. Né all’insonnia. Poco prima di iniziare la scuola ha cominciato a leggersi da sola le storie della buonanotte e, poiché non ne era mai sazia, quando era costretta a spegnere la luce inventava un seguito al racconto fino ad addormentarsi. Molto spesso lo fa ancora. S.Z. Strand è uno pseudonimo.
Le avventure di Rudow, il vampiro pirata, il primo della sua specie ad aver mai solcato i sette mari, che ci crediate o no, iniziarono per errore. Se avesse potuto scegliere, Rudow non avrebbe mai messo piede su una nave, non avrebbe issato il Jolly Roger e di certo non sarebbe diventato un pirata. Invece fece tutte queste cose e molte altre ancora che cambiarono per sempre la sua vita, quella dei vampiri della sua ciurma e anche quella di chi, in quei mesi e in quelli che seguirono, rimase sempre sulla terraferma.
Il primo romanzo della serie, Il fiore della discordia, sarà in libreria dal 14 aprile.