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Nasce Mendel, casa editrice aperta e in cerca di storie plurali

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In un momento storico molto complesso per la filiera del libro, colpita pesantemente dalla pandemia, nasce Mendel Edizioni, progetto editoriale “artigianale” che mira a proporre “una nuova economia del libro aperta, sostenibile e inclusiva attraverso la pubblicazione di storie contemporanee e plurali”.

Mendel nasce come marchio editoriale autonomo di Editore XY.IT, casa editrice guidata da Virginia Martelli, che opera nell’ambito dell’editoria scientifica e accademica. La direzione editoriale è affidata ad Alessio Pia, già collaboratore dell’Agenzia Letteraria Kalama per i diritti esteri e consulente per iniziative e start-up editoriali in Croazia, Germania, Messico, Regno Unito, Romania e Ungheria.

Il progetto grafico sarà curato da Juan Fernando Merceron, vincitore del Premio Latinoamericano per il design editoriale dalla fondazione del libro di Buenos Aires, dell’Applied Arts Magazine Awards di Toronto e tra i premiati alla cerimonia 2018 della Schönste bücher aus aller Welt (I libri più belli del mondo).

I primi due titoli in pubblicazione in autunno saranno Los niños dell’autrice colombiana Carolina Sanín e Vater Unser della scrittrice austriaca Angela Lehner.

Mendel, come si spiega nella presentazione del progetto, “scommette infatti sul ruolo della traduzione e del dialogo culturale, prediligendo le letterature delle culture periferiche.

Alla ricerca letteraria si coniuga un metodo di lavoro sperimentale. La casa editrice – dislocata in tre paesi e due continenti diversi – lavorerà su una piattaforma virtuale aperta a un gruppo di lettori, librai, blogger ed editori che potranno confrontarsi attivamente con la redazione e gli autori. La casa editrice adotta un sistema di “meta-distribuzione” capace di ridurre il numero di rese e di costruire un solido rapporto con i librai. Quanto al logo e al nome scelto, ispirandosi al protagonista del romanzo Buchmendel di Stefan Zweig e alla sedia Thonet n. 14, Mendel “invita all’osservazione del mondo come fonte di cambiamento, con la volontà di essere mediatore tra chi le storie le racconta e chi di storie non riesce a farne a meno”.

 

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