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Gli appelli delle associazioni degli editori e dei librai

Il libro è un bene essenziale

Dalla mezzanotte di oggi è entrato in vigore il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che contiene nuovi provvedimenti per far fronte all’aumento dei contagi di Sars-Cov-2. AIE (Associazione Italiana Editori) e ALI (Associazione Librai Italiani), attraverso due comunicati, si sono espresse con preoccupazione in merito alle nuove misure.

Da parte di AIE arriva un appello alla Regioni, affinché non venga vietata la vendita di libri il sabato e la domenica: “Dopo le librerie chiuse nei weekend all’interno dei centri commerciali, adesso in molte Regioni anche gli scaffali dei libri dei supermercati e delle grandi strutture di vendita sono interdetti ai cittadini il sabato e la domenica. Torniamo a rivolgere il nostro appello a tutte le istituzioni: il libro è un bene essenziale e tale deve essere considerato nei provvedimenti delle Regioni”, ha dichiarato Ricardo Franco Levi, presidente di AIE. “Ribadiamo che il libro non può essere considerato alla stregua di un semplice oggetto di consumo il cui acquisto è rinviabile, ma va considerato un bene essenziale, come già aveva indicato il governo nei decreti di aprile. Facciamo appello alle Regioni perché intervengano immediatamente consentendo la vendita di libri nel weekend”.

A questo proposito, arriva il commento di Stefano Mauri, presidente e Ad di GeMS: “Non vogliono nemmeno pensare si arrivi a una chiusura delle librerie… I libri si sono dimostrati una risorsa per chi è costretto a ridurre le occasioni sociali. In tutto il mondo, dove e quando le librerie sono rimaste aperte, le persone hanno fatto ricorso al libro per accompagnare le loro giornate. Tutti i mercati occidentali sono in crescita. È miope costringere i negozi a transennare gli scaffali di libri, consentendo invece di acquistare la panna spray o le bibite zuccherate. Non voglio pensare che questo governo – che si è dimostrato sino ad ora così sensibile – lo abbia fatto scientemente, deve prendere decisioni gravi in poco tempo e semplificare”. Aggiunge l’editore: “Ora, però, può rimediare semplicemente affrancando i libri da questa gogna, con una circolare che ne riconosca la necessità e spieghi che la vendita di libri in negozi di per sé accessibili non è inibita“.

Anche ALI, dopo un Consiglio Nazionale straordinario indetto per analizzare le prospettive per le librerie, si è rivolta con un appello al ministro Franceschini: “Il Consiglio esprime grande preoccupazione per le misure introdotte che penalizzano pesantemente il mondo della cultura con la chiusura di cinema e teatri che pure avevano riaperto garantendo il rispetto di precisi standard di sicurezza definiti dal Comitato Tecnico Scientifico. Chiudere ancora gli spazi di cultura è un segnale negativo che si invia al Paese: la cultura da sempre è lo strumento per costruire la società e bloccarla in questo momento ci sembra una scelta sbagliata”.

Così prosegue il comunicato: “Nei mesi scorsi il Parlamento e il Governo, riconoscendo il libro bene essenziale, hanno permesso alle librerie di riaprire, prima del resto della distribuzione commerciale, e le libraie e i librai hanno, con il loro lavoro, aiutato il Paese a costruire una convivenza possibile con il virus. Il Consiglio, infine, si appella al Ministro Franceschini perchè, alla luce del lavoro fatto nei mesi scorsi, le librerie non vengano chiuse o penalizzate nella loro operatività quotidiana e affinchè si riaprano quanto prima tutti i luoghi della cultura  perché l’Italia è cultura e con la cultura il Paese può ripartire.

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