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“Basilio” e il suo ingresso nel mondo: Alessandro Mauro racconta la gioventù assoluta

Alessandro Mauro Basilio

Erano belli. Poi può essere che dopo dieci o venti o trent’anni, se ci arrivavano, sarebbero finiti a fare calcoli, a cercare di fottere il prossimo o a riempirsi di paure, o a fare lavori che non gli piacevano, o a pensare all’età, o ai soldi, o alla salute. O anche soltanto, se tutto andava bene, in compagnia di qualcuno che ti chiede cortesemente di non fumare in macchina. Potevano succedere centinaia di cose migliori e peggiori. Ma in quel principio stordito di mattina bluastra con il vino che ormai sapeva di sabbia, erano belli.

I racconti di Alessandro Mauro narrano la storia di una crescita. Basilio (Augh! Edizioni) ne raccoglie dieci: dal primo zero preso in classe al primo bacio. Si tratta di testi che raccontano la quotidianità del protagonista – per l’appunto, Basilio -, andando a rivelare il senso di scoperta, timidezza e impaccio che contraddistingue l’ingresso nel mondo adulto. Un inizio in cui tutto è importante e intenso e, come tale, degno di essere descritto.

Alessandro Mauro, classe 1965, scrive da più di venticinque anni per lavoro, ma solo nel 2016 esordisce con Se Roma è fatta a scale (Exòrma). Ha pubblicato anche articoli e curato rassegne cinematografiche e un festival di cortometraggi.

La sua nuova raccolta, che ricorda Dietro la stazione di Arno Camenisch e il Marcovaldo di Calvino, è rivelatoria della giovinezza assoluta, in cui dietro l’ordinarietà si cela lo straordinario delle cose assaporate per la prima volta.

La crescita di Basilio, mentre attraversa gli anni dell’infanzia e della giovinezza, è caratterizzata da uno scenario senza tempo: il protagonista diventa ognuno di noi alle prese con i tentativi, gli inciampi, le sconfitte e le continue possibilità di rimonta.

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