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“Divorziare con stile”: il nuovo romanzo di Diego de Silva

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Protagonista di Divorziare con stile di Diego de Silva (Einaudi) è, ancora una volta, l’avvocato Vincenzo Malinconico, il cui principale passatempo è sparare battute a mitraglia: mentre pontifica sotto la doccia e mentre esercita la professione (si fa per dire) nel suo loft Ikea. Fino al ristorante dove incontra Veronica Starace Tarallo, bella da stordire e per nulla disposta a darla vinta al marito nella causa di separazione. Anche quando esce dalle sue battaglie sconfitto, resta fedele a sé stesso: quasi geniale, quasi risolto, quasi felice. È un uomo a cui manca sempre tanto così.

Mentre vive, Malinconico, il protagonista di Divorziare con stile, cerca di capire come la pensa. Per questo discetta su tutto, benché nessuno lo preghi di farlo. Abilissimo nell’analizzare i problemi, ma incapace di affrontarli, dotato di un’intelligenza inutile e di un umorismo autoimmune, si abbandona alla divagazione filosofica illuminandoci nell’attimo in cui ci fa saltare sulla sedia dal ridere. Malinconico, insomma, è la sua voce, che riduce ogni avventura a un racconto infinito, ricco di battute fulminanti e di digressioni pretestuose e sublimi.

Questa volta Vincenzo e la sua voce sono alle prese con due ordini di eventi. Prima il risarcimento del naso di un suo quasi-zio, che in un pomeriggio piovoso è andato a schiantarsi contro la porta a vetri di un tabaccaio. Poi la causa di separazione di Veronica, sensualissima moglie del celebre (al contrario di Malinconico) avvocato Ugo Maria Starace Tarallo, accusata di tradimento virtuale commesso tramite messaggini, che Tarallo (cinico, ricco, spregiudicato e cafone) vorrebbe liquidare con due spiccioli.

La Guerra dei Roses tra Veronica e Ugo coinvolgerà Vincenzo (appartenente da anni alla grande famiglia dei divorziati) molto, molto più del previsto. E una cena con i vecchi compagni di scuola, quasi tutti divorziati, si trasformerà in uno psicodramma collettivo assolutamente esilarante. Perché la vita è fatta anche di separazioni ricorrenti, ma lo stile con cui ci separiamo dalle cose, il modo in cui le lasciamo e riprendiamo a vivere, è l’occasione per capire chi siamo. E non è detto che sia una bella scoperta, sembra volerci suggerire Diego De Silva.

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