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Erri De Luca racconta il corpo a corpo fra un uomo e l’immagine di Dio

erri de luca

Con il suo ultimo romanzo, La natura esposta (Feltrinelli), Erri De Luca affronta il tema del divino, ponendolo direttamente al centro della sua narrazione, che lui stesso definisce “un racconto teologico”. Si tratta di un tema con cui De Luca, che si dichiara credente, ma non ateo, si è misurato più volte e in varie forme nelle sue opere. Ha scritto libri di approfondimento sulle Sacre scritture, ha raccontato la vita di Maria (In nome di mia madre), ha tradotto il libro dell’Esodo (Esodo/Nomi). Ne La natura esposta il protagonista è un ex minatore, scalatore, contrabbandiere, uomo di mille mestieri, che ora fa lo scultore, e si trova a ingaggiare un corpo a corpo con l’immagine di Dio, nel corso del restauro di un crocifisso.

Lui abita in una “terra di transiti”, sotto le montagne vicine al confine, dove aiuta gli stranieri a passare oltre, di contrabbando, chiedendo per la tratta lo stesso denaro che prendono altri – il fabbro, il fornaio – ma restituendolo alla meta, perché a lui “piace essere utile all’età che da queste parti va a finire al macero, al delirio alcolico, all’ospizio”. Ma la cosa attira l’attenzione, arriva ai giornali, lo chiamano “il santo dei monti, il contrabbandiere gentiluomo”. Al fabbro e al fornaio, amici d’infanzia a cui una volta ha salvato anche la vita, la cosa non piace e lui si vede costretto ad allontanarsi dal paese per un po’, a svernare in una città sul mare.

Lui sa lavorare con le mani, plasma il marmo, e grazie alla fiducia di un parroco sudamericano trova un impiego per guadagnarsi da vivere lontano da casa: riparare un grande crocifisso marmoreo, opera di un artista del secolo scorso. La nudità del Cristo, la sua “natura esposta”, è stata coperta in passato da un panno che ora la chiesa vuole rimuovere per restituire alla statua il suo primo messaggio, ma lui scopre che sotto a quel panno c’è – ultimo spasimo di una vita che si spegne – un principio di erezione.

È soltanto la prima delle scoperte che, nel corpo a corpo con la statua, si rivelano alle sue mani che scalpellano, che indagano, che cercano il significato di qualcosa che lo riguarda da molto vicino – al punto che, per avvicinarsi alla statua e forse ancor più al lavoro dell’artista che l’ha concepita, lui decide di circoncidersi.

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