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Lejos: la lontananza secondo le scrittrici e gli scrittori del Perù

Perù monti panorama montagne sudamerica

Lejos. Sedici racconti dal Perù è il nuovo titolo di Dédalos, la collana della casa editrice gran vía dedicata al genere del racconto, per addentrarsi nei vasti labirinti della cuentística latinoamericana.

Dopo le antologie dedicate al racconto messicano, cubano, cileno, boliviano e colombiano, questa sesta uscita è incentrata sulla più recente letteratura peruviana.

Questa antologia dedicata al Perù, curata da Maria Cristina Secci (professore associato presso il Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università di Cagliari, dove coordina “Aulas Abiertas. Seminario permanente di studi linguistici e letterari su America Latina e Caraibi”), propone contributi di scrittori e scrittrici che, con le loro opere, si stanno facendo ambasciatori della letteratura peruviana nel mondo, includendo giovani autori come María José Caro, Juan Manuel Robles e Claudia Ulloa Donoso a nomi già noti ai lettori italiani, come Santiago Roncagliolo e Gabriela Wiener.

Ad accomunare tutti questi autori è la loro condizione di lontananza – e dunque lejos – dal Perù. “Migrare non è rinascere, è rinominare quel che già aveva nome”, recita in una sua poesia Gabriela Wiener.

Nella trasformazione che opera la distanza, la condizione migrante non si mantiene uguale a sé stessa, ma evolve, instaura nuove forme d’essere attraverso esperienze non solitarie ma condivise, e assume uno guardo comune del passeggero permanente.

 

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