

Sinossi
Quando il dolore morale perde la salutare funzione di avvertimento, di allarme e di spinta ad aiutare il nostro simile, inizia il tempo della cecità morale. La cultura consumistica trasforma qualsiasi negozio o agenzia di servizi in una farmacia dove rifornirsi di tranquillanti e analgesici per attenuare o placare dolori che in questo caso non sono fisici ma morali. Man mano che la negligenza morale si estende e si intensifica, aumenta a dismisura la domanda di antidolorifici e il ricorso a tranquillanti morali diventa assuefazione. Il risultato è che l'insensibilità morale artificialmente indotta tende a diventare compulsiva, una sorta di 'seconda natura'. Il dolore morale viene soffocato prima che diventi davvero fastidioso e preoccupante, e la trama dei legami umani, intessuta di morale, si fa sempre più fragile e delicata, fino a lacerarsi. I cittadini vengono addestrati a cercare sui mercati, nel consumo, la salvezza dai propri guai, la soluzione ai propri problemi, e la politica si trova (anzi è pungolata, spinta, in ultima analisi costretta) a interpellare i propri governati come consumatori anziché come cittadini, facendo del consumo l'adempimento di un primario dovere civico.
- ISBN: 8858144562
- Casa Editrice: Laterza
- Pagine: 280
- Data di uscita: 06-05-2021
Recensioni
As I chug through Bauman's 'liquid modernity' series, I continue to feel the same ... interesting reads but unfocused at best, and wildly random at worst. Moral Blindness tends towards the latter. When on-topic, the authors seem to hang their views of liquid-modern-morality on a key word: adiaphoriza Leggi tutto
Sempre atento a globalização e sua implicação no mundo moderno, Bauman nos ensina que a tecnologia se apresenta como um percursor do que mais adiante chamaremos de cegueira moral, isto é, a questão de “eu posso transmuta-se para eu devo, posso, logo sou obrigado a”. Desta maneira, o estudioso explica Leggi tutto
There is a great book in there, but it's often confusing, floating on a sea of unfinished ideas and never landing anywhere concrete throughout. This might be attributed to the format, as it feels like a conversation between two good, and very verbose, friends. Bauman is as sharp with his commentary
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