

Sinossi
C'è un posto, a New York, che chiamano Goodbye Hotel, perché è l'ultimo rifugio di chi, per ragioni diverse, si è allontanato dal mondo e nel mondo non vuole (o non può) più tornare. Lì, mentre una nevicata «ipnotica» cade sulla città, François siede davanti al fuoco, stappa una bottiglia di vino da quattro soldi e inizia a scrivere la sua storia. Vuole metterci a parte di un avvenimento capitato venticinque anni prima, ma soprattutto raccontarci quello che sarebbe potuto succedere e - forse - è successo davvero. Ha a disposizione solo «un pezzetto di verità», che certo non basta a colmare tutti i vuoti. La sua voce, carica di un'antica sofferenza, ci trasporta ancora una volta a Harmony, un'anonima cittadina del Sud degli Stati Uniti, dove ogni sera «si confonde con un milione di altre sere» e i giovani sono «destinati a perdersi» ma non smettono di desiderare «l'impossibile». Dove «non c'è differenza fra chi è amato e chi non lo è», perché «tutti si sentono soli, con addosso la maledizione di un vuoto americano che gli cresce dentro». Eppure, come sanno i lettori di L'ultima cosa bella sulla faccia della terra, Harmony è anche un crocevia dove il destino dà appuntamento alle sue vittime ignare: in questo caso due ragazzi innamorati e un misterioso uomo con un completo di seersucker, che in una notte di fine estate si incontrano sotto lo sguardo benevolo e saggio di Lazarus, una tartaruga dai poteri chiaroveggenti, indimenticabile protagonista del romanzo. Perché nell'universo di Michael Bible il passato può facilmente diventare futuro e viceversa; come in un sogno di David Lynch, a una dimensione della realtà ne corrispondono infinite altre, parallele e comunicanti. Non ci resta quindi che abbandonarci al ruolo di testimoni involontari e accettare che la verità a volte risulti inaccessibile, protetta da un guscio di bugie e inganni simile a quello di una testuggine centenaria.
- ISBN: 8845939898
- Casa Editrice: Adelphi
- Pagine: 156
- Data di uscita: 06-05-2025
Recensioni
Letto in meno di 24 ore, con gli occhi che bruciano e l’anima in apnea. Bible è luce e abisso insieme.
[With more contemplation, I turned this into a Substack essay .] First, I love this book. I bawled uncontrollably at the end. And I will read it again for two reasons. 1. This story about people and tortoises is so good and so sweet that I wished I could turn off my editor's head. I can't. But because Leggi tutto
L’amore che trascende il tempo e lo spazio. Dolcissimo e struggente.
«E Abby» chiese. «Non voglio lei» dissi. «Voglio te».Mi baciò. «Non sono ancora pronta per andare a casa. Voglio fare il salto della collina». Disse. E così quel momento mi ha condotto al Goodbye Hotel, dopo un milione di chilometri percorsi in solitudine. Mi portavo il vecchio Lazarus di città in citt Leggi tutto
Con Goodbye Hotel , secondo romanzo dello scrittore italoamericano Michael Biblè, ci troviamo di fronte a un'opera che consolida con forza la sua voce narrativa, già riconoscibile nel romanzo d'esordio. Ma è in questo secondo lavoro che Biblè dimostra una maturità sorprendente, capace di intrecciare Leggi tutto
Ehm boh? Forse mi sfugge qualcosa? Tipo il senso di questo libro?
Cosa cazzo ho letto?🐢
Le backstory dei personaggi e il fatto che ciascuno dei principali dia il suo punto di vista, ripetutamente mentendo su cos'è successo, sono ciò che mi è piaciuto parecchio. Per non parlare del capitolo che segue Little Lazarus, mi si è stretto il cuore nelle ultime pagine. Il problema è tutto il res Leggi tutto
Just finished Little Lazarus and sitting with that feeling in your chest where you know the book will stay with you for a long time. Loved every minute of this little book.
“𝑬𝒓𝒂𝒗𝒂𝒎𝒐 𝒅𝒆𝒔𝒕𝒊𝒏𝒂𝒕𝒊 𝒂 𝒑𝒆𝒓𝒅𝒆𝒓𝒄𝒊. 𝑬𝒑𝒑𝒖𝒓𝒆 𝒊𝒐 𝒅𝒆𝒔𝒊𝒅𝒆𝒓𝒂𝒗𝒐 𝒍’𝒊𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆”. Ouverture: siamo ad Harmony (la stessa città dove era ambiento “L’ultima cosa bella sulla faccia della terra”), Francois e Eleanor sono in macchina, stanno tornando da una festa, forse un pò ubriachi, forse un pò innamorati (Francois Leggi tutto
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