

La vita uccide in prosa
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Sinossi
Settembre 1988. Un grigio impiegato del Catasto viene ucciso a revolverate mentre è nel giardino della sua villetta, vicina al Parco Lambro. Un tentativo di rapina? Un incidente? Il gesto folle di qualcuno in preda ai fumi della droga? O una vendetta?
I trascorsi professionali dell’uomo non offrono supporti a quest’ultima pista, in apparenza la più promettente. Ma forse il grigio impiegato non era poi così prevedibile nella quotidianità delle proprie azioni: si scopre infatti che il vecchio padre disabile... Che la chiave del delitto vada cercata, allora, tra le pieghe di una famiglia apparentemente normale, dalla vita che sembra un susseguirsi di giorni e di gesti assolutamente banali?
Mentre Melis e i suoi uomini si arrovellano, percorrendo piste che una dopo l’altra si arenano nelle più sterili conclusioni, gli anni Ottanta sembrano celebrare i loro massimi fasti: in quell’anno, il 1988, il Milan di Berlusconi Sacchi e Gullit ha vinto il campionato, sindaco della «Milano da bere» è «l’onorevole cognato» del primo Presidente del Consiglio socialista della nostra storia, e l’Italia ha appena superato il Regno Unito quanto a Pil: non sarà proprio il Paese di Cuccagna, ma, a detta di molti, quasi. È proprio così?
- ISBN: 8833930726
- Casa Editrice: Bollati Boringhieri
- Pagine: 160
- Data di uscita: 11-10-2018
Recensioni
Homo homini lupus Leggere Tuzzi non è facile perché è elevato il rischio di 'avvertire' come spocchioso il suo modo di narrare. A me piace, mi piacciono le ambientazioni, mi piace la caratterizzazioni dei personaggi e mi piace il modo 'normale' di Melis di condurre le indagini: seguendo gli indizi evi Leggi tutto
Molte dotte citazioni e poca indagine
Come al solito: se il lettore annichilito riesce a non sbottare di fronte al culturame spocchioso, poi finisce con l' apprezzare la vicenda narrata.
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